Spratt domina la Cadel Evans Great Ocean

Ultima gara del calendario Uci in Australia e si chiude nel nome del più grande campione che il movimento oceanico abbia espresso, quello di Cadel Evans. Proprio il vincitore di un Mondiale e di un Tour de France ha annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di impegnarsi al massimo per far crescere la prova femminile, con un occhio anche al World Tour, con l’obiettivo di trasformarla in poche stagioni nel primo importante appuntamento per tutte le big.

Per quest’anno però erano due le squadre che già dalla starting list spiccavano sulle altre: le padrone di casa dell’Orica e la Wiggle – High5. E l’andamento della gara ha confermato questo, con la formazione australiana in particolare a dominare in maniera abbastanza chiara la situazione. La vittoria è andata ad Amanda Spratt, che dopo il titolo nazionale, dunque, aggiunge un’altra perla al suo bell’inizio di 2016, conquistando la quinta vittoria di una carriera nella quale il successo più importante rimane il Giro del Trentino conquistato lo scorso giugno.

La 28enne di Sydney ha preceduto di 49” la compagna di squadra e campionessa uscente Rachel Neylan, al secondo podio in stagione, e la britannica Danielle King in terza posizione. Chloe Hosking ha vinto, a oltre un minuto, la volata per la quarta posizione, su Lauren Kitchen e Tiffany Cromwell, in gara come ospiti con formazioni locali.

La prima ora di gara è stata condotta, come sempre in Australia, ad andatura folle, scatti e controscatti, senza soluzione di continuità, con Orica e Wiggle ad annullarli però tutti. Per avere la prima fuga così bisogna attendere 50 km, la protagonista è un’atleta che ancora non è riuscita tra le élite a confermare quanto fatto vedere tra le junior, la campionessa iridata a crono di Copenaghen 2011 Jessica Allen, che grazie a questa mossa riuscirà anche a vincere il premio di miglior scalatrice. La oggi 22enne è stata poi raggiunta dall’esperta Taryn Heather e il loro tentativo ha viaggiato a lungo con un vantaggio di 1’30” sul gruppo.

A 30 km dall’arrivo, quindi dopo una cinquantina abbondante di chilometri d’azione, le due venivano però riprese da un plotone già alquanto ridotto dal percorso accidentato e composto da non più di 30 unità. L’azione successiva era di Neylan, un attacco molto violento, con a ruota Hosking, che però non si rivelava quello vincente, vista anche la compagnia ingombrante di una velocista come la portacolori della Wiggle. L’azione seguente era dunque opera di Spratt ed era quella buona: scattata all’ingresso del circuito finale, a 9 km dall’arrivo il suo margine era di appena 12 secondi. Però nel finale era il gruppo a cedere. Mentre la campionessa nazionale si involava, infatti, il plotone, indebolito dalla fatica di una corsa sempre condotta full gas, esplodeva letteralmente, con tanti gruppetti, distanziati anche da divari piuttosto netti. Per la piazza d’onore dietro Spratt emergevano dunque Neylan e King, mentre Hosking aveva la meglio nello sprint a sette per la quarta posizione. Nelle dieci anche la statunitense Wiles, le esperte Corset e Griffiths e la biker Peta Mullens.

Nella foto: la vittoria di Amanda Spratt (foto Getty Images Sport)