Elena Cecchini cala il tris a Darfo Boario

Anche se con uno sviluppo di gara molto diverso, complice un percorso piuttosto differente, alla fine il commento al campionato élite donne 2016 potrebbe essere copincollato da quello di Superga 2015 senza allontanarci troppo da quanto visto anche a Darfo Boario Terme, non a caso anche i nomi delle prime due sono gli stessi, quelli di Elena Cecchini e di Elisa Longo Borghini. Elena è stata fortissima, perché servono grandi gambe per produrre un’azione come la sua nel finale, e ha saputo leggere alla perfezione la situazione tattica creatasi sfruttando la soverchiante superiorità numerica delle Fiamme Azzurre. Elisa è stata straordinaria, forte di una condizione più che eccellente come si è visto nell’ultima settimana, ha provato in tutte le maniere a ribaltare la situazione, si è dimostrata incontenibile in salita, staccando tutte le avversarie in entrambe le ultime tornate, ma alla fine ha dovuto arrendersi alla morsa che il gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre le ha stretto attorno.

Per Cecchini arriva così con un numero d’alta scuola il primo successo della stagione, a rompere un digiuno che dura praticamente da 12 mesi, dall’edizione precedente dei campionati italiani, il sesto complessivo della carriera in gare Uci. Ma soprattutto con la terza maglia tricolore consecutiva eguaglia il record storico di successi consecutivi di Maria Canins e nell’albo d’oro entra in un ristretto club: tra le plurivittoriose la precedono ormai soltanto la formidabile altoatesina primatista con sei e Fabiana Luperini e la pioniera Marta Cressari con quattro. Le ultime due uscite avevano fatto capire che la condizione era quella giusta, con il podio nell’ultima tappa dell’Aviva e il quarto posto di mercoledì nella crono che non è certo la prima specialità della casa. Per Longo Borghini settimo podio stagionale, il quinto in un mese di giugno straordinario dal punto di vista delle prestazioni.

Sul terzo gradino del podio va a piazzarsi Anna Stricker. La giovane altoatesina ha bruciato in un testa a testa serratissimo, tanto da richiedere diversi minuti di revisione del fotofinish, Giorgia Bronzini, che addirittura nei primi momenti dopo l’arrivo era stata accreditata della terza posizione. Per la portacolori della Inpa una gara molto convincente in tutti i frangenti, salita compresa, che rappresenta il momento più splendente di una stagione che l’ha comunque mostrare un buon colpo di pedale fin da inizio anno. E la crescita costante di un talento capace di vincere una medaglia mondiale da junior non può che essere un’ottima notizia per tutto il movimento azzurro. Quinta ha chiuso Soraya Paladin, splendida conferma dopo quanto visto in Trentino, mentre Ratto e Guderzo, dopo aver avuto un ruolo decisivo nella vittoria di Cecchini, si piazzano subito dietro. Rossato, Vieceli e Pavin chiudono le prime 10 della graduatoria.

Il primo giro è percorso ad andatura regolare, ma nonostante questo, già molte atlete perdono terreno, a causa del caldo opprimente che renderà ancor più dura la gara, e le facce e le impressioni a fine corsa lo confermeranno. Nel secondo giro attaccano una decina di atlete, tra cui Bastianelli, Valsecchi, Trevisi, Bertizzolo, Bitto, Fidanza, appena riprese partono in contropiede Ratto e Bronzini, quindi è la volta di Simona Frapporti. La bresciana, che corre a pochi chilometri da casa, riesce a prendere margine e in poco tempo guadagna tanto. Alla fine della tornata, a metà gara, il vantaggio sfiora i due minuti e mezzo, mentre Ilaria Sanguineti prova ad andare in caccia accelerando poco prima del passaggio.

La quarta tornata vede il plotone accelerare, con Frapporti che mantiene al passaggio 45 secondi e verrà poco dopo ripresa, al termine di un’azione lunga 47 km, molto bella e anche importante tatticamente per le Fiamme Azzurre. Al penultimo passaggio in salita, il primo con la variante dura, Elisa Longo Borghini accelera e leva tutte di ruota. La piemontese guadagna una ventina di secondi, dietro al suo inseguimento rimangono in sei, però in tre sono atlete della Polizia Penitenziaria: Cecchini, Ratto e Guderzo. Tre contro uno, per l’atleta delle Fiamme Oro l’impresa diventa improba e così subito dopo la campana avviene il ricongiungimento del gruppo di sette, completato da Stricker, Bronzini e Paladin.

Le Fiamme Azzurre decidono quindi di far valere ulteriormente la loro superiorità numerica. Prima Ratto, poi Guderzo, quindi Cecchini. A sobbarcarsi gli oneri maggiori dell’inseguimento è sempre Longo Borghini e alla fine proprio la campionessa uscente riesce a guadagnare qualcosa. Prima sono 8 secondi, poi 16, quindi 20, infine si arriva a 34, proprio ai piedi dell’ultima salita. Lungo le pendenze dure Longo Borghini prova l’ultima accelerazione, leva ancora tutte di ruota, recupera una ventina di secondi alla battistrada ma al bivio di Erbenno ci sono ancora una quindicina di secondi di troppo a separarle. Cecchini può così arrivare a braccia alzate per il terzo anno di fila, Longo Borghini chiude seconda e Stricker regola tutte con il colpo di reni su Bronzini negli ultimi 5 metri per il bronzo.