Lo sprint di Bronzini a San Fior, Guarnier nuova maglia rosa

Nella foto: la volata di Bronzini su Guarnier e Leleivyte (dal profilo Twitter Wiggle High5)

È bastato attendere la prima tappa in linea per vedere un’atleta italiana alzare le braccia al cielo. Giorgia Bronzini ha fatto valere la propria volata a San Fior su un gruppo ristrettissimo di 9 atlete, che si era selezionato sulla dura salita di Montaner: un segnale di grande tenuta in salita in vista di Rio, tenuto conto che perfino molte scalatrici invece sulle pendenze fino al 20% dello strappo veneto si erano arenate. Per la piacentina è il terzo successo stagionale, dopo il GP Dottignies e una tappa all’Emakumeen Bira, la sesta tappa in carriera al Giro in un percorso vincente lunghissimo iniziato nel 2005. Si tratta oltretutto di un risultato storico: la prima vittoria di un’atleta italiana in una corsa del calendario World Tour, che arriva dunque nel momento e sul palcoscenico più bello.

Alle spalle di Bronzini, la seconda posizione è andata a Megan Guarnier che quindi in virtù dell’abbuono e del bel prologo di ieri va a vestire la maglia rosa, già indossata per sei giorni nella passata stagione, andando così fin da subito a legittimare il ruolo di favorita. A completare il podio di giornata è Rasa Leleivyte per l’Aromitalia – Vaiano, autrice di una splendida prestazione che la porta al miglior piazzamento in carriera in una tappa del Giro. Ed è bello veder tornare la campionessa d’Europa del 2008 ai livelli di prima dello stop.

La salita di Montaner, con le sue pendenze assassine, ha comunque dato le prime risposte importanti. Sulle sue rampe infatti erano rimaste davanti in quattro: Elisa Longo Borghini (vincitrice del Gpm e quindi maglia verde), la stessa Guarnier, Niewiadoma e Stevens.  Per le prime tre si tratta di una conferma di quanto le scorse settimane ci avevano ampiamente indicato, ossia che in questo momento sono le tre atlete più in forma. La recordwoman dell’ora invece forse aveva avuto un avvicinamento più sotto traccia, ma se i risultati non mentono, da aprile a oggi in tutte le prove World Tour cui ha partecipato non è mai scesa oltre il quarto posto.

Il poker d’assi che si era isolato al comando ha resistito fino ai 3 km finale, quando da dietro è rientrato il gruppo di sei inseguitrici, composto ovviamente dalle citate Bronzini e Leleivyte e poi dalla campionessa del mondo Armitstead, da Häusler, da una Guderzo più forte anche di problemi meccanici nella prima parte di gara e da Mara Abbott. Dopodiché sul traguardo è arrivata la giusta ricompensa per il perfetto lavoro della Wiggle, che già da dopo lo scollinamento, una volta vista l’ottima posizione di Bronzini, aveva puntato sulla due volte iridata, fermando anche Longo Borghini che poi nel finale ha lavorato a fondo per la compagna cedendo qualche secondo (ma come ha dichiarato anche ai nostri microfoni l’ossolana quest’anno punta a traguardi parziali e non alla generale).

Molte le assenze importanti nel gruppo di testa, Su tutte spicca ovviamente quella di Anna Van der Breggen, che ha accusato 41 secondi di ritardo, arrivando nel secondo gruppo, assieme alla maglia rosa Kirchmann, ad Amialiusik e a tante italiane, Ratto, Zorzi, Stricker, Cecchini e le brave Vieceli, Arzuffi e Covrig. Perdono più di un minuto invece due superveterane come Neben e Pooley.

L’altra grande protagonista di giornata è stata Marta Tagliaferro (Alé Cipollini), rimasta da sola al comando per tantissimi chilometri, venendo ripresa solo ai piedi della salita.

Domani la carovana si sposterà in Friuli per il primo arrivo in salita a Montenars, dopo 111,1 km di gara con partenza a Tarcento. Un’ascesa non lunghissima, ma con un paio di km sui quali si può fare un po’ di selezione.