Due protagonisti su tutti nel fine settimana del biathlon che ha vissuto la seconda tappa della stagione di Coppa del Mondo in quel di Pokljuka (Slovenia). Martin Fourcade e Laura Dahlmeier infatti hanno centrato il più classico degli en-plein, vincendo sprint e inseguimento e poi partecipando al successo in staffetta della propria nazionale.
Per il transalpino originario del dipartimento dei Pirenei Orientali il conteggio è così arrivato a quota 53 vittorie e 98 podi complessivi in gare di primo livello e la sesta Coppa del Mondo consecutiva pare già ipotecata, nonostante si sia ancora a stagione appena iniziata, dall’alto di una classifica generale che con 288 punti lo vede comandare con un vantaggio di ben 95 lunghezze sul primo degli inseguitore, Johannes Boe.
Il 23enne norvegese è stato il suo più tenace avversario nella sprint che ha visto Fourcade infrangere il tabù che l’aveva visto mai vittorioso in carriera sulle nevi slovene, piazzandosi secondo a 13”7 di ritardo, con il podio completato dal russo Anton Shipulin a 15”1. È stata una gara segnata dalle altissime percentuali al poligono, tutti i primi 9 hanno trovato infatti lo zero, ed è stata decisa in particolare dal calo sugli sci nella seconda parte di gara di Boe, che l’ha portato dall’assaporare una vittoria che sembrava ormai vicina a rischiare di subire il sorpasso di Shipulin per il podio, a ridosso del quale hanno concluso Svendsen, Bjoerndalen e Schempp per un ordine d’arrivo davvero regale. Gara negativa per gli azzurri, tutti fuori dalla zona punti. Il migliore è stato Hofer 42°, buono sugli sci ma zavorrato da ben 3 penalità al tiro.
Nell’inseguimento successivo, altra prova segnata da percentuali generali altissime al poligono, Fourcade è partito controllato, lasciandosi raggiungere da uno scatenato Shipulin dopo la prima sessione a terra. A decidere la contesa è stato l’ultimo poligono. Il transalpino ha chiuso lo 0, mentre Shipulin è incappato in una penalità che dato il livello altissimo della gara gli è costata perfino la seconda posizione, andata a un solidissimo Svendsen, che ha mantenuto pressoché per tutta la gara il distacco di partenza, non sbagliando mai al tiro, mentre Johannes Boe ha pagato dazio ai due errori nell’ultima sessione finendo quarto. Buone prestazioni per Hofer e Windisch che hanno chiuso 28° e 29°, recuperando rispettivamente 14 e 30 posizioni.
Fourcade ha completato la tripletta quindi con la vittoria della Francia in staffetta, anche se in questa gara la palma di protagonista assoluto va data a Quentin Fillon Maillet, su alti livelli per tutto il fine settimana e capace di fare la differenza in seconda frazione, costruendo un solido vantaggio che poi Desthieux in terza e Fourcade in quarta hanno gestito al meglio. Al lancio era stato schierato Béatrix. In seconda posizione ha chiuso la Russia, staccata di 15”7 (Tsvetskov, Babikov, Eliseev, Shipulin), con Eliseev protagonista nel male con un giro di penalità a terra e nel bene con una seconda parte di frazione in grande rimonta. Terza la Germania a 21”5 in rimonta con Doll e Schempp nelle ultime due frazioni dopo il lancio non ottimale di Lesser e la discreta prova dell’esordiente Dorfer. Settima piazza per l’Italia, in linea con il valore attuale del quartetto, formato da Hofer, Windisch, Montello e Bormolini.
Passando al femminile, Laura Dahlmeier con lo straordinario fine settimana di Pokljuka ha scavato un solco importante nella generale, che ora guida con 277 punti, 69 di vantaggio sulla prima inseguitrice, Kaisa Mäkäräinen, ma soprattutto ha confermato l’impressione di aver compiuto l’ultimo salto di qualità di una crescita già impetuosa nelle ultime stagioni, al netto di qualche problema fisico, candidandosi così decisamente a quel ruolo di leader del movimento femminile che in molti le pronosticavano da tempo. Per la bavarese sono giunti così i successi numero 9 e 10 in gare di primo livello, per un totale di 21 podi complessivi.
Anche nella prova sprint femminile, come in quella maschile, è stata decisiva la precisione, infatti tra le prime otto solo Mäkäräinen e Koukalova hanno chiuso con una penalità. Dahlmeier è partita con un ritmo controllato nel primo giro e, dopo lo 0 al poligono, ha costruito la vittoria con un passo insostenibile per tutte nell’ultima tornata. Miglior prova in carriera e seconda piazza per la giovanissima francese Justine Braisaz (classe 1996), le cui doti sugli sci erano ben note, e che in questo avvio di stagione sta mostrando una crescita importante in termini di solidità al poligono. Partenza a razzo per la transalpina, che poi però ha pagato nel finale, chiudendo comunque ad appena 3”5 dalla vincitrice. Il podio è stato completato da Marte Olsbu, che si conferma la miglior norvegese di questo inizio di stagione, estremamente solida e alla fine capace di contenere il ritorno di una scatenata Mäkäräinen. Da segnalare il sesto posto della rientrante Anastasiya Kuzmina: la bi-olimpionica è andata molto bene nella prima parte, per poi calare nel finale, comprensibile visto il lungo stop. Nessuna azzurra nelle prime 20: Dorothea Wierer è stata infatti la migliore delle italiane, ma ha pagato pesantemente l’errore commesso a terra chiudendo 21^. Buona prova per Federica Sanfilippo, 23^ con una penalità in piedi, mentre prendono punti anche Vittozzi 35^, nonostante un errore nella seconda sessione, e Runggaldier, 40^ con lo zero.
Il successivo inseguimento è stato molto spettacolare, con ben sei atlete in corsa per vincere all’ultimo poligono. Dahlmeier, appesantita da 2 errori durante la seconda sessione, ma capace di rimontare sfruttando anche il tatticismo del gruppo di testa, ha dimostrato in questo momento di essere la più solida, con un poligono perfetto, mentre tutte le rivali, Mäkäräinen, Dunklee, Hauser e Olsbu finivano per sbagliare. Se la finlandese con un grande ultimo giro difendeva comunque il podio, per la terza posizione la sfida diventava quella tra Puskarcikova e Dorin, con la ceca a battere di pochi centimetri in volata la francese per conquistare il primo podio della carriera. Migliore italiana è ancora Wierer, che commette 2 errori e conclude 19^, molto buona la prova di Vittozzi, 22^ con un recupero di 13 posizioni (1 errore per la lombarda), mentre Runggaldier e Sanfilippo scivolano fuori dalla zona punti.
La tripletta di Dahlmeier si chiude con la staffetta, nella quale la tedesca è ancora una volta grande protagonista. Ricevuto infatti l’ideale testimone da Hammerschmidt (Hinz e Hildebrand in pista nelle prime due frazioni tedesche) con un ritardo di 14 secondi dalla Francia che dopo Chevalier e Braisaz era stata trascinata da un’eccellente Aymonier, la leader di Coppa raggiungeva in breve tempo Dorin per poi staccarla con una facilità incredibile nel corso dell’ultima tornata, arrivando quindi in solitaria al traguardo. A completare il podio è l’Ucraina, che si conferma un movimento contraddistinto da grande abbondanza di talenti. Dopo Varvynets, Dzhima e Pidrushna, da segnalare la quarta frazione di Merkushyna, vincitrice appena 24 ore prima in Val Ridanna della sprint di Ibu Cup, autrice di una prova magistrale al poligono. Per l’Italia, che si è schierata senza Wierer con Vittozzi, Gontier, Runggaldier e Sanfilippo, è arrivato il 12° posto.
Il circuito si sposta ora in Repubblica Ceca per la terza tappa di Coppa a Nove Mesto. Sprint, inseguimento e la prima mass start della stagione caratterizzano il programma della tre giorni in Moravia.