Il bis di Cant a Valkenburg

Così come nella prova under, anche tra le élite il circuito di Valkenburg alla fine ha incoronato la favorita della vigilia. Ma se per Richards la seconda metà di gara si è rivelata una cavalcata trionfale, Sanne Cant ha dovuto lottare fino agli ultimi metri prima di poter assaporare il dolce sapore del secondo titolo iridato consecutivo. La belga, cinque vittorie di tappa più la classifica finale di Coppa del Mondo quest’anno, ha conquistato così la quinta medaglia in carriera, quarta consecutiva, al Mondiale, confermandosi la miglior interprete della specialità di questi anni. Tra l’altro si tratta di un successo importante anche per il Belgio, che era rimasto a secco di medaglie nelle prime due gare.

Oggi però ha dovuto confrontarsi contro un’avversaria forte quanto lei, Katie Compton che a 39 anni ha vissuto una delle migliori stagioni della propria carriera e solo nelle ultime centinaia di metri si è arresa. Anche per la statunitense questa è la quinta medaglia iridata, la quarta d’argento, cui si aggiunge un bronzo. Continua dunque a mancare quell’oro che sarebbe il giusto e meritato coronamento per la sua splendida carriera.

A completare il podio è stata Lucinda Brand, alla prima medaglia nel cross in un Mondiale, migliorando di una posizione il suo piazzamento di 12 mesi. La neerlandese ha distribuito molto bene le energie, concludendo con una poderosa rimonta che l’ha portata a ridurre decisamente il distacco anche dalle prime due. La portacolori della Sunweb aggiunge così un metallo prezioso alla raccolta stagionale che l’ha già vista seconda all’Europeo e prima nel campionato nazionale.

Anche per le atlete élite la gara è stata resa durissima dal fango, che ha costretto le cicliste a correre per lunghi tratti. E il risultato sono stati distacchi molto importanti, al termine di una gara durata quasi 50 minuti. Allo sparo la più veloce è stata Eva Lechner, che è partita subito all’attacco. Con l’altoatesina è rimasta un’altra specialista d, Christine Majerus, con Ellen Van Loy e Cant a inseguire a una decina di secondi. Poi però l’azzurra è rimasta vittima di una scivolata e anche Van Loy si è impantanata. Così Cant ne ha approfittato per prendere la testa.

Al primo passaggio la campionessa uscente aveva 9 secondi su Majerus e 12 su Compton che stava risalendo molto bene. A mezzo minuto è transitato il terzetto con Nash, Van Loy e Brand, mentre tantissime atlete, comprese molte delle favorite della vigilia erano molto lontane, ormai irrimediabilmente staccate. A metà del secondo giro, Compton ha ripreso Cant e così si è formata la coppia che ha caratterizzato tutto lo svolgimento della gara.

A metà gara, Majerus è passata con trenta secondi di ritardo e Brand in scia, con Nash lontana già un minuto in quinta posizione. Cant ha tentato l’attacco in avvio di terza tornata su un tratto di discesa in contropendenza laterale particolarmente tecnico, ma Compton ha risposto, rientrando velocemente e mettendosi a sua volta fare il forcing. La pressione portata dalla statunitense ha avuto successo, visto che la belga ha commesso un paio di piccoli errori, perdendo così una manciata di secondi. Otto erano quelli di distacco al suono della campana.

Come fosse un Gp di F1, la corsa si è alla fine decisa ai box. Al cambio bici infatti Cant è stata più reattiva, ha sorpassato all’uscita dal pit stop e nella successiva discesa, complice un piccolo errore di Compton, ha guadagnato quei 5 secondi che hanno deciso la prova. Intanto nella battaglia per il bronzo, Brand si esibiva in un finale di gara di grandissimo livello, guadagnando perfino qualcosa sulle prime due e infliggendo ben 30 secondi in mezza tornata a Majerus, comunque autrice di una gara di altissimo livello chiusa in quarta posizione.

La quinta piazza è andata alla tedesca Elisabeth Brandau, autrice a 32 anni della miglior prova della carriera per distacco, e infatti arrivata esultando come per una vittoria. Sesta chiude Kaitlin Keough, subito davanti a Eva Lechner, con Anderson, Petit e Mani a completare la top ten. Alice Arzuffi, su un terreno molto poco adatto alle sue caratteristiche, ha concluso 16^, precedendo comunque atlete del calibro di Marianne Vos, 18^, Van Loy 19^, Ferrand Prevot 24^ o Kaptheijns 25^, segno evidente di un percorso che non ha perdonato e sul quale per tutte è stato molto difficile adattarsi.

(foto da federciclismo.it)