Short Track

Short track. Christie ed Elistratov campioni d’Europa. Bronzo per la staffetta azzurra

Si sono chiusi i campionati europei di short track disputati sul ghiaccio “olimpico” di Sochi. In campo femminile è arrivata la doppietta di Elise Christie, che ha fatto il bis rispetto al 2015, mentre tra gli uomini primo titolo in carriera per il russo Semen Elistratov. L’Italia torna a casa con una medaglia, il bronzo nella staffetta femminile, un risultato che viste le circostanze e l’assenza di Arianna Fontana, è comunque prezioso.

Christie, 25 anni, scozzese di Edimburgo, guida un’edizione britannica come non mai. Infatti la campionessa uscente ha vinto la classifica overall davanti alla connazionale Charlotte Gilmartin e alla neerlandese Suzanne Schulting. Per entrambe primo podio in carriera nella rassegna continentale. Ed è la prima volta nella storia che due atlete della Gran Bretagna monopolizzano le prime due posizioni della graduatoria. Il padrone di casa Elistratov, 25 anni, invece è al terzo podio della carriera, dopo i bronzi del 2012 e 2015, ma il primo successo nel concorso generale, mentre per la Russia si tratta del secondo trionfo in assoluto, dopo quello dell’ex coreano Viktor An nel 2014. Storica la medaglia d’argento dell’ungherese Liu Shaolin Sandor, mai un magiaro era arrivato così in alto in questa disciplina, mentre il terzo posto va, a sorpresa, al francese Vincent Jeanne, che regala al movimento transalpino il terzo alloro della sua storia, tutti di bronzo. Per l’Italia in campo femminile la migliore è Elena Viviani decima, con Arianna Valcepina subito dietro, prestazione quindi positiva per le ragazze azzurre. Tra gli uomini invece ci si sarebbe potuti attendere qualcosa in più da Yuri Confortola 13° e Tommaso Dotti 28°.

Le azzurre come detto possono festeggiare anche per la splendida prova nella staffetta. Bravissime già a qualificarsi alla finale A, bruciando per 4 millesimi la Germania, Maffei, Peretta, Valcepina e Viviani non hanno potuto reggere, esattamente come Russia e Ungheria, il ritmo insostenibile dei Paesi Bassi, che hanno attaccato fin dalla partenza, volando via e andando a imporsi con un vantaggio di oltre due secondi col quartetto ter Mors, van Kerkhof, van Ruijven e Schulting. Le azzurre inizialmente però si erano fatte sorprendere anche dalle altre due avversarie, ma erano riuscite a rientrare con grande caparbietà per poi operare il sorpasso decisivo per la medaglia ai danni dell’Ungheria a 4 giri dalla fine. Anche nella staffetta maschile l’oro era andato ai Paesi Bassi, davanti a Ungheria e Gran Bretagna, con l’Italia quinta vincendo la finale B.

Christie aveva dominato la scena con le medaglie d’oro portate a casa in tutte e tre le distanze individuali, vincendo sia i 500 m. Dominio nella distanza più breve, vinta in 43”923 con oltre un secondo di vantaggio sulla neerlandese Van Ruiven e sulla francese Pierron, entrambe alla prima medaglia europea individuale della carriera, in una finale caratterizzata dalle cadute alle spalle della leader incontrastata. La scozzese vince anche nei 1000, l’unica distanza che le era sfuggita nel 2015, battendo con grande autorevolezza due giovanissime, la neerlandese Suzanne Schulting (classe 1997), che come detto sarà seconda nell’overall, e la tedesca Anna Seidel, addirittura classe 1998 e già capace di regalare alla Germania quello che è solo il terzo podio della sua storia nello short track al femminile. Nei 1500 per Christie è arrivata forse la vittoria più sofferta delle tre, visto che il duo neerlandese ter Morst – Schulting ha provato a metterla in difficoltà con il gioco di squadra, ma la 25enne di Edimburgo prima è riuscita a superare la 18enne ai -2, poi alla penultima curva è riuscita a infilare all’interno la 26enne di Heerenveen con una mossa spettacolare, facendo così il tris in carriera sulla distanza. Nela superfinal, che ricordiamo non assegna medaglie ma solo gli ultimi punti per rifinire la classifica generale, così, erano in palio solo le altre due medaglie, l’argento e il bronzo, e quindi Christie si è limitata a controllare e aiutare la compagna Gilmartin, prima togliendo punti alle neerlandesi al traguardo intermedio dei 1000. Ter Morst ha perso la medaglia finendo a terra, l’ordine d’arrivo aveva visto Schulting precedere Gilmartin, ma i giudici hanno inflitto una penalità alla giovane neerlandese, relegandola all’ultimo posto e così consegnando vittoria nella prova e 34 punti decisivi per il sorpasso d’argento alla seconda delle britanniche.

Nei 500 maschili si è imposto il campione uscente della classifica overall, ossia il neerlandese Knegt, che ha superato proprio nel finale il beniamino di casa Elistratov, partito meglio, con l’altro russo Mugunov terzo. Elistratov comunque si può consolare ampiamente, oltre che con l’oro della classifica generale, anche con quelli dei 1000 e 1500. Nella doppia distanza, non c’è stata storia, lo scatto del russo subito dopo la partenza ha distanziato tutti gli avversari, tra i quali a piazzare la zampata giusta è stato Shaolin Sandor che ha bruciato per 7 millesimi ancora Mugunov al secondo bronzo. Nella distanza più lunga, con il campione uscente Knegt fuori già in semifinale, Elistratov ha prodotto il cambio di ritmo decisivo al penultimo giro. Secondo ancora Sandor, che ha raccolto a Sochi le prime medaglie individuali della carriera, e terzo il neerlandese van der Wart, che aveva condotto il ritmo alternandosi con il vincitore per la prima parte della gara. Anche qui, dunque, il predominio di Elistratov aveva già deciso l’oro overall prima della superfinal. La gara vede la Francia ribaltare i pronostici con un grande gioco di squadra. I due transalpini qualificati all’evento, Lepape e Jeanne, infatti, attaccano fin dall’inizio e riescono subito a guadagnare un giro. Così Jeanne può prendere l’abbuono intermedio e poi soprattutto, visto la scarsa reazione degli altri, i 34 punti della vittoria finale, con il compagno a fargli da scudiero in seconda posizione, davanti al polacco Konopko, anche lui uscito in caccia, e a Shaolin Sandor che va a prendere il quarto posto che gli assicura l’argento assoluto. Knegt, invece, chiude solo quinto e così, sorpresa quasi incredibile alla vigilia, scivola addirittura fuori dal podio, lasciando proprio a Jeanne il bronzo.

Nella foto: Gilmartin, Christie e Schulting sul podio dell’overall femminile ((c) Isu da isu.org)