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A Stoke-on-Trent l’ultima parola è di Marianne Vos

Continua a essere lo spettacolo il minimo comun denominatore dell’edizione 2016 dell’Aviva Women’s Tour. Anche la quarta tappa, da Nottingham a Stoke-on-Trent, ha regalato tantissime emozioni, dalla partenza fino agli ultimissimi metri. Alla fine il successo in volata è andato a Marianne Vos, che ha dato la zampata vincente nello sprint ristretto a meno di 20 atlete che ha deciso la frazione, un esito che è stato incerto fino all’ultimo metro, con l’attacco portato in salita da Armitstead, Longo Borghini, Moolman e Johansson che è stato annullato praticamente sotto al triangolo rosso, tanto che la svedese è riuscita a giungere comunque terza, dietro anche a Kirchmann. Ma tra fughe, attacchi e anche cadute ci sono state azione e pathos fin dall’inizio.

Un cielo grigio accoglie il gruppo a Nottingham, ma per fortuna non piove. La partenza è ventre a terra, con la Parkhotel a menare le danze e il plotone allungato in fila indiana. Si passa da Draycott, paese natale di Nikki Harris, ma per la stella del ciclocross non c’è tempo per una visita parenti. A condurre l’andatura è Emma Pooley, in caccia di un posto nella selezione olimpica britannica. A Woodville, dopo 30 km, il primo traguardo volante vede Vos bruciare Armitstead, recuperando così uno dei 27 secondi di ritardo in classifica. Intanto arrivano notizie di ritiri, quello della francese Rivat, ma soprattutto quello di Anna Van der Breggen, mai protagonista nei primi 3 giorni di gara, a differenza di Christine Majerus, vincitrice della prima tappa, che finisce pesantemente a terra dopo 48 km. Fortunatamente la campionessa lussemburghese riesce a ripartire, ma arriverà al traguardo molto dolorante e la sua partenza domani è fortemente a rischio. Nonostante questo, il suo lavoro in funzione della capitana Armitstead lungo tutta la tappa è stato davvero encomiabile.

L’attacco buono è quello di Emilia Fahlin. La svedese dell’Alé Cipollini, molto attiva in tutti questi giorni, attacca in solitaria, il gruppo, stanco per l’andatura folle della prima ora e mezzo di corsa, lascia fare e così la scandinava arriva in pochi chilometri a vantare un vantaggio superiore ai 2 minuti. La fuga dura una quarantina di km, nei quali riesce anche a passare in testa al secondo traguardo volante a Rocester, con Vos che dietro supera ancora una volta Armitstead e guadagna un altro secondo. Fatali a Fahlin sono le rampe del primo Gpm, quello di Ramshorn, posto a poco più di 30 km all’arrivo, nonostante il minuto abbondante di vantaggio con cui aveva attaccato la salita. In testa scollina Ashleigh Moolman, ma è solo il prodromo a quanto avverrà sulla seconda asperità principale di giornata, quella di Oakmoor, posta appena 5 km dopo la precedente. Sulle sue dure pendenze in quattro fanno la differenza. Tre sono le stesse protagoniste di ieri, evidentemente le più in forma del gruppo, come d’altronde testimonia il fatto che occupino le prime tre piazze del podio: Moolman, Armitstead e Longo Borghini. Assieme a loro rimane anche Emma Johansson.

Il quartetto al comando guadagna una ventina di secondi su un gruppo di 17 inseguitrici. Per trovare altre concorrenti in gara bisogna attendere 3 minuti. Grandissima selezione anche oggi dunque. Nel secondo drappello Marianne Vos è rimasta isolata, ma la tre volte vincitrice del Giro può approfittare dell’involontario aiuto della Canyon. Cromwell e Amialiusik infatti si mettono a tirare pancia a terra per la capitana Brennauer, Liv e Orica danno un contributo e così il distacco inizia a decrescere. Diventa un testa a testa incertissimo. I 24 secondi dei 10 km all’arrivo diventano 11 ai -5, 10 ai -3 e 5 ai -2. Al segnale dell’ultimo chilometro avviene il ricongiungimento. Harris tenta una sparata in contropiede che non ha successo, così si va allo sprint e la più veloce è Marianne Vos che vince con due biciclette di margine su Kirchmann e Johansson, che delle fuggitive era quella che aveva speso meno, avendo potuto approfittare del gran lavoro di Longo Borghini. Piazzate Dideriksen (ancora una bella prova della danese) e Brennauer, che non è riuscita a valorizzare lo sforzo delle compagne oltre il quinto posto. Armitstead chiude sesta, Moolman ottava ed Elisa undicesima.

Per Vos arriva la quinta vittoria stagionale in gare del calendario Uci, la seconda nel World Tour, la 187^ in carriera solamente tenendo conto delle prove internazionali su strada. In classifica i 12 secondi di abbuono complessivi guadagnati le permettono di risalire in quarta posizione a 15 da Armitstead che mantiene la maglia gialla e anzi guadagna qualcosa su Moolman e Longo Borghini (che adesso ne pagano rispettivamente di 8 e 10). L’ultima frazione, in programma domani tra Northampton e Kettering, si preannuncia più semplice di quelle andate in archivio in questi giorni. Ma solo di abbuoni i secondi in palio sono 16, quindi per le prime quattro posizioni tutto è ancora possibile. Un giusto finale, per una corsa che fino a questo momento ha regalato sorprese ed emozioni a ogni pedalata.

Nella foto: la vittoria di Marianne Vos (foto dal profilo Twitter UCIWomenCycling)

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