L’altimetria del percorso olimpico
141 km, con partenza e arrivo nell’iconica location di Fort Copacabana, sono la strada che separerà dalla gloria imperitura di Olimpia una delle 67 partenti per la prova in linea del ciclismo femminile su strada dei Giochi di Rio 2016.
IL TRACCIATO
Si tratta di percorso durissimo, uno dei più esigenti di sempre probabilmente in questo tipo di manifestazione. I primi 39 km sono pressoché pianeggianti, con l’eccezione dello strappo di Ioa dopo 13 km, dopo di ché inizia però il difficile, con l’ingresso nel primo circuito, quello cosiddetto di Grumari, caratterizzato da due asperità, la prima è quella che dà il nome al circuito, è lunga 1200 metri, ma con pendenze superiori al 9%. Dopo una discesa breve e tecnica e un tratto in pavé, che però è stato parzialmente asfaltato proprio prima dei Giochi, segue l’altra ascesa, quella di Grota Funda, 2,1 km di lunghezza al 7% medio. Questo anello, complessivamente lungo 24,6 km, verrà ripetuto per due volte.
All’uscita dalla seconda tornata, al km 89 di corsa complessivo, si riprende in senso inverso la stessa strada percorsa per arrivare dalla partenza a Grumari. Dopo 22 km pianeggianti (sui quali sarà interessante vedere lo sviluppo tattico della corsa, visto il numero molto ristretto di partenti e le poche componenti di ogni nazionale), però, si svolta a sinistra per iniziare il secondo circuito che caratterizza il percorso. Questo anello, denominato di Vista Chinesa, andrà ripetuto solo una volta, ma sarà probabilmente quello decisivo. Si inizia subito a salire verso Canoas. sono 3,8 km di ascesa con una pendenza media dell’8,6%, già sufficienti per creare una selezione importante. Ma non è ancora finita, visto che dopo un breve tratto di discesa, la strada torna a impennarsi verso i 502 m di altitudine di Visa Chinesa e sono circa 5 km con pendenze ancora molto ripide. Arrivate in cima le atlete dovranno affrontare ben 12 km di picchiata estremamente tecnica, lungo la quale sarà possibile fare la differenza tanto quanto in salita. Si finisce di scendere a 12 km dall’arrivo, tutti pianeggianti, costeggiando alcune delle spiagge più famose del mondo come quella di Ipanema, per tornare a Fort Copacabana, dove è posto l’arrivo.
LE IMPRESSIONI DI ELENA CECCHINI
Quali sono le attese e le emozioni a pochi giorni dai Giochi?
L’attesa è grandissima. Tutte noi quattro ragazze abbiamo sofferto e voluto questa convocazione e adesso c’è proprio questa gran voglia di metterci alla prova, perché abbiamo visto recentemente che tutte godiamo di un buon stato di forma e quindi siamo curiose ma allo stesso tempo determinate a ottenere un bel risultato.
Come è andata la preparazione in questi ultimi giorni?
Bene. In prima battuta abbiamo pensato più che altro a riposare, perché dopo il Giro d’Italia e di Turingia, due corse a tappe molto impegnative, c’era bisogno di 3-4 giorni di recupero per il nostro fisico, e poi abbiamo iniziato ad inserire qualche lavoro specifico. Sta andando tutto bene.
Parliamo dunque del percorso. A un primo sguardo sembra molto duro
Sì è un percorso molto, molto impegnativo, per persone che vanno bene in salita e allo stesso tempo che sono potenti, che vanno bene in discesa, quindi atlete direi complete. Sarà un tracciato molto esigente per noi ragazze, però la corsa potrebbe avere vari sviluppi, potrebbe andare via la fuga, potrebbe arrivare un gruppo compatto ai piedi dell’ultima salita, insomma tutto può succedere soprattutto in una gara particolare come quella olimpica.
Corsa particolare, come dicevi, con poche partenti e squadre molto ridotte, si preannuncia una gara ancora più aperta del solito
Sì, partiremo in una sessantina, 67 sono le iscritte, e quindi è strano, perché normalmente nelle gare siamo molte di più a partire. Essere in sessanta fa cambiare moltissimo l’evoluzione e la dinamica della gara e quindi dovremmo essere brave noi a interpretarla.
Tornando al percorso, si parla tanto delle salite, ma da quanto ho visto anche la discesa sembra estremamente selettiva. Tu che l’hai provata che impressione ne hai avuto?
Sì è una discesa molto, molto tecnica. Per fare un esempio, se una Abbott arrivasse su con qualche minuto di vantaggio sulle altre, per una brava in discesa sarebbe ancora possibile recuperare tutti i minuti che ha perso, perché ci sono molte curve e serve saper guidare la bicicletta in maniera impeccabile.
Tu avevi già visitato Rio lo scorso autunno, anche alla luce di quella esperienza, come pensi che la città possa accogliere i Giochi?
Ma spero meglio di come era a novembre. Già quella volta che ero stata qua in vacanza avevo notato un problema proprio di linguaggio, nessuno sa l’inglese e con tanti atleti provenienti da tutte le nazioni la comunicazione è fondamentale, spero quindi cambi qualcosa.
LE IMPRESSIONI DI ELISA LONGO BORGHINI
Quali sono le impressioni e le aspettative della vigilia?
Sono i miei primi Giochi Olimpici e sono molto emozionata. Non so cosa aspettarmi, se non qualcosa di magnificamente grande ed emozionante. Deve essere spettacolare stare nel villaggio olimpico insieme agli atleti di tutto il mondo.
Com’è andata l’ultima fase della preparazione?
Sono stata a Livigno con la nazionale, dove abbiamo fatto un primo periodo di adattamento/scarico per poi rifinire la preparazione. Sta andando tutto molto bene.
Cosa ne pensi del tracciato?
È un percorso molto duro che premierà sicuramente un’atleta con la A maiuscola. Sono davvero curiosa di correrci!
Grazie mille a Elena ed Elisa e ovviamente un grandissimo in bocca al lupo!
STARTING LIST
Paesi Bassi: Vos, Van Vleuten, Van der Breggen, Van Dijk
Stati Uniti: Guarnier, Armstrong, Stevens, Abbott
Italia: Guderzo, Longo Borghini, Bronzini, Cecchini
Australia: Neylan, Spratt, Elvin, Garfoot
Germania: Brennauer, Worrack, Kasper, Häusler
Polonia: Niewiadoma, Plichta, Jasinska
Svezia: Johansson, Mustonen, Fahlin
Gran Bretagna: Armitstead, Pooley, Harris
Canada: Kirchmann, Whitten, Canuel
Belgio: Vekemans, Duyck, Kopecky
Francia: Cordon, Ferrand Prevot
Sudafrica: Moolman, Kachelhoffer
Lussemburgo: Majerus, Hoffmann
Brasile: Fernandes, Oliveira
Russia: *
Ucraina: Solovei,
Bielorussia: Amialiusik
Finlandia: Lepistö
Cuba: Sierra
Nuova Zelanda: Villumsen
Messico: Rodriguez
Svizzera: Neff
Spagna: Santesteban
Taiwan: Huang
Norvegia: Heine
Azerbaigian: Pavlukhina,
Thailandia: Maneephan
Austria: Ritter
Slovenia: Batagelj
Lituania: Tuslaite
Cipro: Christoforou
Israele: Bloch
Giappone: Yonamine
Cile: Munoz
Corea del Sud: Na
Namibia: Adrian
Venezuela: Cesar
Colombia: Sanabria
* in attesa dell’ultimo verdetto sull’eleggibilità di Zabelinskaya