Tag Archives: Marta Menegatti

2015, un anno di sport: maggio e giugno

MAGGIO

A Minsk si disputano i campionati europei di ginnastica ritmica. Protagonista assoluta è la russa Yana Kudryavtseva che vince quattro ori sui cinque in palio (squadra, clavette, nastro e palla) mentre al cerchio si impone la connazionale Mamun. Nella prova per nazioni completano il podio Bielorussia e Ucraina. Per la scherma il primo fine settimana di maggio vede disputarsi l’ultima tappa di Coppa del Mondo della stagione 2014/15. La spada maschile è di scena a Parigi, dove dominano i padroni di casa: nella prova individuale si impone il transalpino Blaszyck (che supera in semifinale Paolo Pizzo bronzo) e in quella a squadre la Francia. A Johannesburg per la spada femminile doppietta cinese con la vittoria di Sun Yujie (7^ Giulia Rizzi) e quella della formazione asiatica nella gara a squadre (Italia 4^). Parla coreano invece la sciabola maschile, con Bongil Gu che fa sua la gara di Madrid (sesto Samele). mentre nella gara a squadre l’Ungheria supera per 45-40 in finale l’Italia. Il fioretto femminile regala sempre grandi soddisfazioni ai colori azzurri. A Tauberbischofsheim nel Baden-Württemberg la finale è un derby tra Elisa Di Francisca e Arianna Errigo con la marchigiana che vince 11-7, mentre chiude terza Valentina Vezzali. A squadre è però la Russia a imporsi per 45-34 in finale sulle azzurre. Due italiani sul podio anche nel fioretto maschile a San Pietroburgo, dove però il successo va al locale Rigin, che supera Andrea Cassarà in finale con il punteggio di 15-10, con Daniele Garozzo terzo. A squadre l’Italia chiude terza dietro Russia e Cina. Russia che esulta anche nella sciabola femminile a Pechino con Sofya Velikaya (5^ Rossella Gregorio), mentre nella gara per nazioni la Francia batte in finale l’Ucraina (Italia 5^).

Nel ciclismo a Losanna il 3 maggio si conclude il Giro di Romandia e il giovane russo Ilnur Zakarin sorprende tutti conquistando il successo davanti al compagno di squadra Spilak e a Chris Froome, con Nibali che chiude decimo. Sulla terra di Madrid per il tennis invece si disputa il quarto Master 1000 della stagione. Il dominatore della stagione Novak Djokovic non partecipa, lascia quindi campo libero agli altri , ne approfitta Andy Murray che batte con un netto 6-3 6-2 in finale Rafa Nadal. Tra le donne si impone invece la ceca Petra Kvitova che in un ultimo atto senza storia supera 6-1 6-2 Svetlana Kuznetsova.

A Nassau, nelle Bahamas, si disputa la seconda edizione dei mondiali di staffetta per l’atletica. Una competizione particolare, con tante gare su distanza spurie, alcune addirittura curiose. Quelle importanti erano le competizioni olimpiche, anche perché qualificavano per Rio. Nella 4×100 significativo successo degli Stati Uniti di Justin Gatlin sulla Giamaica che schierava Bolt (che poi sarebbe rientrato solo a fine giugno). 37”38 il tempo del quartetto a stelle e strisce. La Giamaica si rifà vincendo la prova femminile in 42”14, mentre nelle due 4×400 vincono sempre gli Usa, davanti a Bahamas e Belgio nel primo caso, su Giamaica e Gran Bretagna nel secondo. In Repubblica Ceca, tra Praga e Ostrava, si tengono i campionati del mondo di hockey su ghiaccio. Per la 25^ volta la vittoria va al Canada, che supera in una finale senza storia per 6-1 la Russia, mentre il bronzo va agli Stati Uniti che battono 3-0 nella finalina i padroni di casa. Capocannoniere e miglior attaccante per i vincitori è Jason Spezza, ma il titolo di Mvp va alla leggenda di casa Jagr.

Con la finale di Twickenham si conclude la stagione della European Champions Cup di rugby. L’epilogo è un derby francese, che vede Tolone prevalere per 24-18 su Clermont. La formazione provenzale così centra un record storico, aggiudicandosi la massima competizione europea per il terzo anno di fila. A decidere il match i 14 punti al piede dell’estremo gallese Halfpenny e le mete del centro Basteraud e dell’ala australiana Mitchell. In Italia invece arriva al termine la stagione del basket femminile. Per il terzo anno di fila si impone il Famila Schio, al settimo titolo complessivo nella sua storia. Le venete superano al termine di una finale intensissima la Passalacqua Ragusa, con lo scudetto che rimane in bilico fino agli ultimi secondi di gara-5, quando una giocata di gran classe di Laura Macchi risolve la situazione dando il 69-66 nel match e il 3-2 nella serie a Schio.

Nella pallavolo si disputa in Svizzera il campionato del mondo per club femminile, vinto dalle campionesse d’Europa dell’Eczacibasi che supera per 3-1 in finale la Dinamo Krasnodar, vincitrice della Coppa CEV. Completa il podio un’altra formazione europea, Zurigo, ammessa come organizzatrice, che batte nella finale 3/4° posto le campionesse del Sud America del Rexona. MVP, come un mese prima in Champions, ancora la statunitense Jordan Larson. A Budapest invece si disputa la final four della Champions League di pallamano femminile. Il titolo va alle montenegrine del Buducnost che, trascinate dal portiere tedesco Clara Woltering (MVP del torneo) e dalla romena Cristina Neagu, capocannoniere della manifestazione, si impongono in finale per 26-22 sulle norvegesi del Larvik. In terza piazza la formazione macedone del Vardar davanti alla Dinamo Volgograd.

Il 9 maggio con la cronosquadre tra San Lorenzo al Mare e Sanremo inizia la 98^ edizione del Giro d’Italia. L’Orica – GreenEdge si aggiudica la frazione inaugurale, con Simon Gerrans a vestire la maglia rosa. Elia Viviani si impone nella prima tappa in linea vincendo lo sprint di Genova, con la maglia rosa che passa sulle spalle di Michael Matthews, che il giorno successivo festeggerà con il successo a Sestri Levante. A La Spezia si rivela definitivamente Davide Formolo, con una spettacolare azione in salita nel finale, mentre le insegne del primato passano a Simon Clarke, che le terrà per un solo giorno. Infatti la prima tappa di montagna sull’Abetone vede la vittoria di Jan Polanc in fuga fin dal mattino, ma soprattutto l’azione di Aru, Contador e Porte, con lo spagnolo che va a vestirsi di rosa. Brividi per lo spagnolo il giorno dopo, rimasto coinvolto nella maxicaduta sul rettilineo d’arrivo innescata da uno spettatore, situazione che fa passare in secondo piano la vittoria di Greipel a Castiglion della Pescaia. Contador comunque riparte, per la frazione più lunga, i 263 km da Grosseto a Fiuggi che vedono tornare al successo dopo lo stop Diego Ulissi. Si torna quindi in montagna, a Campitello Matese è doppietta spagnola, con Intxausti che precede Landa e i big della generale che arrivano assieme. La prima settimana si chiude con la bella vittoria di Paolo Tiralongo che aveva attaccato da lontano e ancora i primi tre della classifica a fare la differenza nel finale. Dopo il riposo e il trasferimento nelle Marche, però, a Richie Porte è fatale la seconda settimana. La tappa da Civitanova Marche a Forlì è completamente piatta ma accade di tutto. Arriva la fuga che incorona Nicola Boem, ma soprattutto Porte fora nel finale, cambia la ruota con Clarke, che però non è suo compagno di squadra, manovra proibita dal regolamento e punita con 2 minuti di penalità, da aggiungere ai secondi persi sulla strada. Per l’australiano una mazzata psicologica da cui non si riprenderà più. La tappa successiva di Imola, sotto il diluvio, ha un percorso insidioso ma si rivela interlocutoria, con la vittoria di Zakarin in fuga dal mattino che dà un nuovo segnale dopo la vittoria al Romandia. L’arrivo al Santuario del Monte Berio a Vicenza è un finale da grande classica e infatti la stoccata vincente è quella di Philippe Gilbert, con Contador che arriva secondo e guadagna un prezioso abbuono. Lo spagnolo perderà la maglia però il giorno dopo, nella frazione sulla carta più innocua di tutti, i 150 km completamente pianeggianti con arrivo a Jesolo. Ma poche centinaia di metri prima della neutralizzazione dei 3 km, sotto la pioggia, c’è una caduta nel gruppo, che si spezza. Aru rimane davanti e così veste per la prima volta di rosa in carriera. La frazione è vinta da Sacha Modolo, prima vittoria in carriera al Giro, non sarà l’ultima. Per Contador è però solo un incidente di percorso, nella maxicrono di Valdobbiadene arriva terzo dietro solo a Vasil Kiryienka e a Luis Leon Sanchez e infligge distacchi importanti a tutti i rivali. Porte va completamente alla deriva e getta la spugna. Nella prima tappa dolomitica accusa poi tre quarti d’ora di ritardo, prima di ritirarsi. A Madonna di Campiglio vince Mikel Landa, la più bella rivelazione del Giro, dopo un finale molto tattico che coinvolge Contador e i due Astana, che per poco non si fanno beffare da Trofimov. Il basco fa subito doppietta dopo il giorno di riposo, vincendo la tappa dell’Aprica con il Mortirolo. Ma è Contador a dare una grande dimostrazione di forza. Attaccato in pianura dopo essersi fermato per un cambio di bici, lo spagnolo inizia la durissima salita valtellinese con circa un minuti di ritardo, ma rimonta tutti fino a riportarsi sulla testa della corsa. Aru va in difficoltà e si stacca perdendo oltre 2 minuti da Contador, che si avvicina sempre più alla vittoria e nel finale non si danna per inseguire Landa, che così va a vincere davanti a un sempre più bravo Kruijswijk e al connazionale. Si sconfina per andare a Lugano, tappa per velocisti, stavolta non ci sono sorprese, ma arriva il bis di Sacha Modolo. Doppietta anche il giorno successivo a Verbania: la coglie Philippe Gilbert che, in fuga dal mattino, stacca i compagni d’avventura lungo la discesa della dura Alpe Segletta. Sulle rampe della salita, c’era stato l’attacco quasi rabbioso di Contador, che si era portato dietro il solo Hesjedal dando oltre un minuto a tutti, sfruttando anche una caduta nel gruppo che aveva attardato Landa, forse anche una risposta a quanto era successo due giorni prima. Aru sembrava in difficoltà in questa fase e in molti lo stavano già criticando, ma il sardo si dimostra un campione con una reazione fenomenale nella due giorni alpina conclusiva. Il venerdì sulla dolce salita verso Cervinia (al termine però di un tappone durissimo) stacca tutti e arriva da solo, mentre Contador si limita a controllare Landa. Il giorno dopo è in programma il Colle delle Finestre, giudice ultimo della corsa rosa. Sullo sterrato piemontese Contador va a sorpresa per la prima volta nel corso del Giro in difficoltà, si stacca, perde oltre due minuti, ma riesce comunque a gestire l’enorme vantaggio che aveva. Landa intanto era andato all’attacco, ma ad emergere salendo verso Sestrière è ancora Aru che vince la seconda frazione di fila, sempre davanti a un Hesjedal in gran spolvero in questo finale e a Uran che dopo essere aver deluso per tutto il Giro dà un segnale proprio in extremis. Il sardo così strappa al compagno anche il secondo posto nella generale. Per l’ultima tappa a Milano ci si aspetta la classica passerella per velocisti e invece Iljo Keisse, con la sua scaltrezza da navigato seigiornista, anticipa il gruppo con una stoccata chirurgica in compagnia di Durbridge, poi battuto nello sprint a due. Nizzolo, ancora una volta pluripiazzato, può comunque festeggiare la maglia rossa, mentre Giovanni Visconti si era già assicurato quella blu di miglior scalatore. In classifica, dietro a Contador, Aru e Landa, che formano il podio, spicca lo storico quarto posto di Amador per la Costarica, seguono quindi Hesjedal, il più forte nell’ultima settimana, il ceco Konig che salva l’onore del Team Sky, Kruijswijk, un ottimo Damiano Caruso, il francese Geniez e il russo Trofimov. Per Contador è il secondo Giro della carriera (oltre a quello del 2011 perso a tavolino), settimo grande giro della carriera. Il grande tennis nel frattempo sbarca a Roma per gli Internazionali d’Italia. Novak Djokovic torna della partita e fa suo il torneo, vincendo il quarto Masters 1000 personale della stagione. Battuto nella finale attesa da tutti Roger Federer per 6-4 6-3. Tra le donne invece si impone Maria Sharapova, che ha la meglio in tre combattuti set sulla spagnola Carla Suarez Navarro. 4-6 7-5 6-1 il punteggio della finale. Tra gli uomini il miglior italiano è Fognini che raggiunge il terzo turno prima di arrendersi a Berdych, mentre tra le donne nessuna va oltre la seconda partita, con Knapp che cede alla n.4 del tabellone Kvitova ed Errani che manca un’occasione favorevole contro McHale.

Intanto in Russia, a Chelyabinsk, si disputano i mondiali di taekwondo. Tra gli uomini vince il medagliere l’Iran con 3 ori, tra le donne dominio della patria di questo sport, ossia la Corea del Sud. Nessuna medaglia per il contingente italiano, i migliori azzurri si fermano tutti agli ottavi di finale. È il caso di Roberto Botta nei pesi welter vinti dall’iraniano Mehdi Khodabakhshi, di Carlo Molfetta nei medi, vinti dall’azero Radik Isayev, di Leonardo Basile nei massimi, eliminato per 11-10 dall’uzbeko Dmitriy Shokin poi campione e di Daniela Rotolo nei pesi leggeri  vinti dalla tunisina Irem Yaman. Nel volley maschile Trento torna a laurearsi campione d’Italia superando in quattro partite nella serie finale Modena. 13 punti per Kazyiski e Djuric nel match decisivo, ma il premio di MVP è andato al 18enne alzatore Simone Giannelli, la grande rivelazione della stagione.

A Doha in Qatar si apre la Diamond League per l’atletica e lo fa con il botto, grazie al 9”74 di Gatlin sui 100 metri e al duello tra Pedro Pichardo e Christian Taylor nel triplo, entrambi sopra i 18 metri, con il cubano che si impone per 2 cm in 18.06. Prestazioni importanti per Jasmin Stowers in 12”35 nei 100 hs, per Allyson Felix in 21.98 nei 200 e per Tianna Bartoletta in 6.99 nel lungo. Nella pallanuoto maschile 29° scudetto, il decimo consecutivo, per la Pro Recco, che nella finale scudetto supera per 3-0 Brescia, con i lombardi bravi comunque a costringere ai rigori in gara-2 i liguri, come sempre la formazione più forte del lotto. Significativo il traguardo del capitano Stefano Tempesti, presente in tutti i 10 tricolori di questa striscia, che così supera il record di 9 tricolori di fila di Eraldo Pizzo, il più grande giocatore di tutti i tempi, mentre il miglior marcatore per i campioni d’Italia è stato il serbo Andrija Prlainovic.

Nel volley femminile è invece la Pomì Casalmaggiore a laurearsi campionessa d’Italia, coronando una favola incredibile che vede una cittadina di 15000 abitanti salire sul tetto d’Italia. Spettacolare la finale, in 5 partite, contro Novara, decisa dalla vittoria in trasferta delle lombarde per 3-1, trascinate dal loro capitano Valentina Tirozzi, premiata come MVP del campionato. Oltre alle due finaliste, si qualifica per la Champions League anche Piacenza, la miglior piazzata tra le semifinaliste, eliminata da Novara, mentre Casalmaggiore aveva superato, al tie-break di gara-5 un’altra delle favorite principali, Conegliano. Nella scherma, la prima arma a chiudere il 2014/15 è il fioretto con il Grand Prix di Shanghai, vinto tra gli uomini dallo statunitense Miles Chamley-Watson, con Cassarà e Avola eliminati ai quarti, mentre tra le donne si impone ancora Elisa Di Francisca che batte in finale Inna Deriglazova, con Alice Volpi che sale sul podio con il terzo posto e Arianna Errigo e Martina Batini entrambe tra le prime otto.

Sempre a Shanghai in quei giorni va in scena anche, attorno all’isola fluviale di Chongming, la quinta gara di Coppa del Mondo di ciclismo femminile, che registra un successo italiano. La volata infatti viene vinta da Giorgia Bronzini che brucia Kirsten Wild e la parziale sorpresa francese Fanny Riberot. Tra le prime dieci si piazza anche Annalisa Cucinotta in ottava posizione. Ma in quei giorni la città cinese è davvero uno dei centri mondiali dello sport. Infatti ospita anche la seconda tappa della Diamond League. Tra le performance più significative, quella dell’etiope Almaz Ayana che nei 5000 metri si impone con lo straordinario tempo di 14’14”32, terzo crono mai registrato nella storia. Nel salto in alto Barshim sale fino a 2.38, David Oliver nei 110 hs vince in 13”17, netto successo di Kirani James nei 400 in 44”66, la nigeriana Blessing Okagbare vince i 100 m in 10”98, la greca Kiriakopoulou vince l’asta con 4.73, record nazionale, la colombiana Ibarguen il triplo in 14.85 e la cinese Guo il peso in 20.23.

A Madrid va in scena la final four dell’Eurolega di basket maschile. In semifinale i padroni di casa del Real battono il Fenerbahçe per 96-87, una partita controllata dall’inizio alla fine, 18 punti di Ayon e 26 tra i turchi di Goudelock. L’Olympiacos invece supera in rimonta il Cska Mosca, e non è la prima volta, per 70-68 grazia a una super prestazione di Printezis. La finale però non avrà storia, il Real infatti conquista la sua nona Coppa continentale vincendo 78-59, con top scorer Carroll con 16. La terza piazza va al CSKA che batte 86-80 il Fenerbahçe, nelle cui file comunque viene eletto l’MVP di tutta la manifestazione, Bjelica, mentre il miglior giocatore della Final Four è Andres Nocioni per il Real. Le squadre italiane erano state eliminate molto presto, la migliore, Milano, è uscita alle Top16. Nella pallanuoto femminile in Italia vince il campionato una novità assoluta, la Plebiscito Padova. Le venete dominano la stagione, fin dalla regular season (16 vittorie, 1 pari e 1 sconfitta), poi nei play-off non lasciano nulla alle avversarie. Serie finale contro Imperia chiusa sul 3-0 con vittorie tutte piuttosto larghe (almeno 4 gol di scarto). Miglior marcatrice per le scudettate Elisa Queirolo. Al terzo posto chiude Messina che batte 9-5 Bogliasco nella finalina con 4 gol della capocannoniera Garibotti.

La spada invece vive il suo epilogo a Rio de Janeiro con il Grand Prix nella città olimpica. Francia che vince al maschile con Yannick Borel (5° Garozzo), mentre tra le ragazze è trionfo azzurro con Francesca Boscarelli che in finale batte la giovanissima transalpina Caroline Vitalis. Vivono il loro epilogo anche i campionati italiani di pallamano. Tra gli uomini il titolo va a Bolzano, al termine di una finale drammatica contro i campioni uscenti di Fasano. I brindisini si erano imposti per 26-24 all’andata ma hanno perso in Alto Adige per 23-21. In questa maniera i sudtirolesi hanno potuto festeggiare il loro terzo scudetto in virtù del maggior numero di reti segnate in trasferta. Decisive le 16 reti messe a segno nelle due gare di finale da Dean Turkovic. Puglia che sorride invece in campo femminile, dove il tricolore per la prima volta nella storia va a Conversano, che vince entrambe le partite di finale contro Cassano Magnago. Top scorer del match di ritorno, chiusosi sul 26-24 per l’Indeco dopo il 28-19 dell’andata, Laura Celeste Rotondo con 8.

Arriva il momento del secondo slam della stagione per il tennis: a Parigi si apre il Roland Garros. Novak Djokovic è in forma strepitosa, ma manca ancora l’appuntamento con il torneo parigino, che resta così l’unico major mai vinto dal serbo, la cui strada viene sbarrata in una splendida finale da uno scatenato Stan Wawrinka, autore di una prestazione ai limiti della perfezione. Lo svizzero, dopo aver perso per 4-6 il primo set, cambia marcia e impone il proprio gioco, costringendo alla resa Djokovic nei tre successivi parziali per 6-4 6-3 6-4. Lo svizzero, lanciato dalla vittoria nel derby dei quarti con Federer, centra così il secondo slam della carriera dopo gli Australian Open del 2014. In campo femminile invece Serena Williams vince per la terza volta la prova francese, conquista il 20° slam della carriera e il secondo dell’anno battendo in finale la ceca Lucie Safarova. Match che sembrava in discesa per la statunitense sul 6-3 4-1 quando è arrivata la reazione di Safarova, che ha recuperato fino a vincere al tie-break il secondo parziale e a salire 2-0 nel terzo, ma poi Serena ha vinto sei giochi consecutivi volando verso il successo. Safarova si consola vincendo il doppio assieme alla statunitense Bethanie Mattek-Sands, che vince anche il misto assieme a Mike Bryan. Doppio maschile alla coppia croato-brasiliana Dodig-Melo. Nella pallanuoto femminile si assegna la Champions League maschile e due settimane dopo aver vinto lo scudetto, la Pro Recco fa doppietta salendo per l’ottava volta sul tetto d’Europa. Sono delle Final Four combattute e spettacolari quelle di Barcellona, basta dire che tutte le partite si concludono con una sola rete di scarto. In semifinale i liguri, sotto di due reti dopo due tempi, rimontano nella terza e poi piazzano lo sprint finale contro i padroni di casa del Barceloneta imponendosi per 12-11. La finale contro i croati del Primorje è altrettanto complessa. I croati scappano avanti per 3-1 nei primi 7 minuti, poi Recco però perviene al pareggio e supera, presentandosi all’ultimo parziale sul 6-4 e resistendo ai croati per portare a casa il successo per 8-7, con le doppiette di Jokovic, Figlioli e Ivovic e i gol di Giorgietti e Pijetlovic.

Calvisano vince il suo quinto scudetto nel rugby superando in finale in trasferta Rovigo per 11-10, una vittoria costruita sul vantaggio di 8-0 (meta Di Giulio) guadagnato nei primi 17 minuti e poi difeso per tutta la partita, pur avendo dovuto giocare per più di 50 minuti in 14. La sciabola conclude la sua stagione con il Grand Prix di Mosca. Tra gli uomini vince il romeno Tiberiu Dolniceanu, mentre tra le donne l’ucraina Olga Kharlan centra il successo. Nessuno degli italiani e italiane entra tra i primi 8.

A Poznan vanno in scena gli europei di canottaggio, senza l’Italia che non schiera alcun atleta. Domina la Gran Bretagna con 6 ori (due senza, quattro senza, due senza pesi leggeri, due senza donne, Imogen Walsh nel singolo pesi leggeri femminili e il due senza pesi leggeri femminile). A Eugene terza tappa di Diamond League, meeting di qualità altissima, Gatlin continua a volare e sui 200 ferma il cronometro sul 19”68, gran tempo per Kirani James in 43”95 nei 400, 13”06 per Martinot-Lagarde nei 110 hs, Barshim tocca addirittura i 2.41 nel salto in alto, con il cinese Zhang che arriva a 2.38, Lavillenie nell’asta va a 6.05, nel peso 22.12 per Kovacs, 10.81 per Shelly-Ann Frazer nei 100 m, stesso tempo per l’ivoriana Ahouré e 10.82 per Tori Bowie, Sum fa 1’57”82 negli 800, Genzebe Dibaba fa 14’19”76 nei 5000, Bartoletta arriva a 7.11 nel lungo e Ibarguen va a 15.18 nel triplo. Mo Farah torna alla vittoria nei 10.000 m dopo un periodo complicato.

A Colonia il mese si chiude con le final four della Champions League maschile di pallamano. Il Barcellona vince l’ottavo titolo della sua storia, guidato dalla formidabile coppia di terzini Lazarov – Karabatic, battendo in finale per 28-23 gli ungheresi del Veszprem. Terza piazza per Kielce (Polonia) davanti ai tedeschi del Kiel.

GIUGNO

A Roma il 4 giugno si disputa il Golden Gala. Copertina per Justin Gatlin che corre i 100 m in 9.75 e per Pedro Pichardo che nel triplo stabilisce il nuovo record del meeting in 17.96. Ruth Beitia è la prima donna in stagione a saltare 2 metri nell’alto, Lavillenie vince l’asta a 5.91, migliori prestazioni dell’anno per gli etiopi Aman negli 800 in 1’43”56 e Kejelcha nei 5000 (primo sotto i 13 minuti dell’anno), per la statunitense Simpson nei 1500 (la prima dell’anno sotto i 4 minuti) e per la kenyana Kyeng nei 3000 siepi, A Montreux, in Svizzera, si disputano gli Europei di scherma. L’Italia domina nel fioretto maschile con tre atleti sul podio: Andrea Cassarà vince in finale su Daniele Garozzo, con Edoardo Luperi terzo. però poi a squadre non arriva nemmeno la medaglia. In campo maschile l’unico altro alloro è quindi del team di sciabola, con Berré, Curatoli, Montano e Occhiuzzi che cedono in finale alla Germania. Grumier si laurea campione nella spada e Szilagiy nella sciabola, mentre la Francia si impone sia nel fioretto che nella spada. In campo femminile per l’Italia arrivano due ori, entrambi nel fioretto, con Elisa Di Francisca che vince la prova individuale, terza Arianna Errigo, e nella prova a squadre (Di Francisca – Errigo – Batini – Vezzali). Arrivano due medaglie anche dalla spada, con Rossella Fiamingo che vince l’argento dietro alla russa Kolobova e con la squadra (Fiamingo – Del Carretto – Navarria – Boscarelli) che si piazza terza dietro Romania ed Estonia. Nella sciabola Rossella Gregorio ottiene il bronzo nella gara vinta dalla russa Velikaya, che fa il bis con la sua nazionale nella prova a squadre, l’unica al femminile nella quale l’Italia non trova il podio.

Dopo 72 ore l’atletica è di nuovo in pista per il meeting di Birmingham, quinto della Diamond League, una prova di basso livello tecnico senza misure memorabili. I riflettori vanno così al britannico Adam Gemili che chiudendo i 100 m in seconda posizione in 9”97 diventa il centesimo uomo della storia a correre i 100 m in meno di 10 secondi. Ancor più storico è il risultato che si registra a Londra il giorno dopo. Nel velodromo olimpico di Londra, infatti, Bradley Wiggins stabilisce il nuovo record dell’ora con 54,536 km, migliorando di oltre 1,5 km quello precedente del connazionale Dowsett, che a maggio aveva strappato il primato a Dennis, che a sua volta l’aveva stabilito a fine gennaio. Il limite fatto segnare dal baronetto britannico invece è rimasto a tutt’oggi ineguagliato.

Diamond League di scena anche a Oslo, 50^ edizione dello storico meeting flagellato però da vento e freddo. I migliori risultati il 2-36 nel salto in alto e il 14’21”29 di Genzebe Dibaba nei 5000 m, dove però si puntava al record del mondo. Miglior tempo dell’anno nei 400 hs per la giamaicana Kallese Spencer. Nel ciclismo si corre il Criterium del Delfinato, il più importante test di avvicinamento al Tour de France, vinto da Chris Froome che supera per 10” in classifica Tejay Van Garderen. Terza piazza per Rui Costa. Segnali contrastanti per Nibali, che comunque indossa per un giorno la maglia gialla.

A Shanghai si disputa la World League di pallanuoto femminile, che viene vinta dagli Stati Uniti. Sconfitta in finale per 8-7 l’Australia, con i Paesi Bassi che superano 10-5 la Cina nella finale per il terzo posto. Sfortunato il torneo dell’Italia, che inizia benissimo nel girone vincendo con Cina e Russia, si piazza seconda dietro all’Australia nel raggruppamento ma poi nei quarti di finale viene beffata per 8-7 dalla bestia nera Paesi Bassi. Nel torneo di consolazione arriva anche il ko ai rigori contro la Russia e così le azzurre devono accontentarsi della settima piazza (11-2 al Brasile) che non rispecchia la qualità del gioco espresso dalla squadra del c.t. Conti. In Romania e Ungheria si disputano invece gli Europei di basket femminile. La vittoria va alla Serbia, che forse non era tra le più attese, ma nelle due settimane di competizione è stata senz’altro la compagine che ha espresso il miglior gioco. Battuta nella finale di Budapest la favorita Francia con il punteggio di 76-68 grazie a 25 punti della MVP Ana Dabovic e 22 con 7 rimbalzi di Sonja Petrovic. Inutili i 16 punti di Gruda in casa transalpina. Al terzo posto si piazza la Spagna della miglior realizzatrice Alba Torrens che batte 74-58 la Bielorussia della miglior rimbalzista Leuchanka. La Serbia così è anche la prima nazione europea a guadagnare il pass per Rio, mentre per il pre-olimpico si qualifica, oltre alle altre semifinaliste, anche la Turchia, quinta dopo una drammatica partita contro la Russia (68-66). Per l’Italia, torneo in chiaroscuro terminato con l’eliminazione al primo turno in un girone difficile con Turchia e Bielorussia, nel quale le azzurre hanno espresso un discreto gioco ma hanno pagato in primo luogo il black-out che dal +18 è costato la sconfitta con la Grecia. Miglior marcatrice Masciadri con 12 punti di media.

A Baku, in Azerbaigian, si disputano i primi Giochi Olimpici Europei della storia. Una manifestazione nuova e che copre un buco, perché analoghi eventi esistono in tutti gli altri continenti, che però va in archivio con luci e ombre. La dimostrazione più lampante è l’incertezza che tuttora persiste sulla location della seconda edizione. Molto variegato il panorama degli sport presenti, alcuni rappresentati al massimo livello, altri solo a livello giovanile o junior, altri ancora infine sostituiti da surrogati, tipo il basket, qui presente nella versione 3 contro 3, con qualche assenza notevole, su tutte l’atletica, per la quale si è disputata solo una prova a squadre che poi in realtà era valida per la quarta serie della Coppa Europa. Il medagliere viene vinto dalla Russia con 164 medaglie di cui 79 d’oro, il secondo posto dell’Azerbaigian con 56 podi e 21 vittorie dà già di per sé la misura di un programma costruito abbastanza su misura per le esigenze della nazione ospitante e del non sempre grande interesse che le nazioni dell’Unione Europea hanno riservato alla manifestazione. A meno di non pensare che il movimento azero, per quanto ricco e in crescita, sia superiore a quello britannico, tedesco, francese o italiano. L’Italia appunto chiude in sesta posizione nel medagliere con 47 medaglie, di cui 10 ori. 2 titoli sono arrivati dall’arco, con la squadra femminile (Valeeva, Sartori, Tonetta) e con la mista (Valeeva, Nespoli), 1 argento nel beach soccer (ko in finale con la Russia), cinque argenti nella boxe (Picardi nei pesi mosca, Mangiacapre nei superleggeri e Manfredonia nei mediomassimi, tutti e tre sconfitti da atleti di casa tra gli uomini e Davide e Alberti nei gallo e superleggeri tra le donne), uno anche nei tuffi con Cristofori dai 3 metri. Nella scherma l’Italia punta sui giovani ma porta a casa comunque 11 medaglie: Alessio Foconi nel fioretto maschile, Alice Volpi in quello femminile e la squadra di sciabola maschile vincono l’oro, argento per la squadra di fioretto maschile e sciabola femminile, e bronzo per la squadra di spada, di Ingargiola nel fioretto, di Miracco e Pellegrini nella sciabola tra gli uomini e di Cipriani nel fioretto e delle squadre di spada e fioretto tra le donne. Castoldi e Donati si aggiudicano l’argento nella ginnastica aerobica, un bronzo arriva dal judo femminile a squadre, tre argenti dal karate, con Busato nel kata, Maresca nei 60 kg e Busa nei 75. Nel tiro a segno due ori con Petra Zublasing nella carabina tre posizioni da 50 m e con la coppia Zublasing – Campriani nel misto, Campriani che vince anche l’argento dai 10 m con la pistola ad aria compressa così come de Nicolo nella carabina a terra da 50 m. Nel tiro a volo due ori per Luchini nello skeet, nell’individuale e nella prova mista in coppia con Bacosi, che vince l’argento nella gara femminile davanti a Cainero bronzo. Terzi posti anche per Pellielo nel trap e Barilla nel double trap. Da segnalare l’argento nel trap della sanmarinese Arianna Perilli, la cui sorella Alessandra invece vince il bronzo nel misto. Nel nuoto (nel quale gareggiava la categoria under 18) oro per Sveva Schiazzano nei 1500 m sl, arrivano poi 9 argenti: tra gli uomini con Izzo nei 50 sl, Miressi nei 100 sl, Carini nei 200 farfalla e la staffetta 4×100 sl, mentre tra le donne ne vincono due Giulia Verona nei 100 e 200 rana e Ilaria Cusinato nelle due distanze sui misti, cui si aggiunge quello di Scrapa Vidal nei 200 farfalla. Infine Frank Chamizo vince l’argento nella lotta libera categoria 65 kg. Tra gli eventi più significativi quelli ciclistici, dove strada e mountain bike presentavano molti dei big, con Luis Leon Sanchez che vince al maschile e Alena Amialiusik al femminile nella prova in linea, mentre le crono vanno a Vasil Kiryienka ed Ellen Van Dijk. Nella mountain bike, dominio svizzero (5 medaglie su 6). Nino Schurter e Jolanda Neff si confermano i più forti. Nella ginnastica si confermano le gerarchie dei campionati europei, con qualche inserimento azero come d’uopo in ossequio al fattore campo, nell’artistica Mustafina e Steingruber con 4 medaglie a testa protagoniste, nella ritmica si conferma Kudryavtseva con 4 vittorie. Nel judo, prova valida anche come campionato europeo, a dividersi gli allori Francia, Russia e Paesi Bassi con 3 ori. Nel triathlon, che metteva in palio per il vincitore la qualificazione automatica a Rio, successi per il campione del mondo under23, il britannico Benson, e per la campionessa di Londra 2012, l’elvetica Spirig. Nel ciclismo è il momento invece del Giro di Svizzera vinto dallo sloveno Simon Spilak, che nella crono finale di Berna strappa le insegne del primato a Thibaut Pinot, che addirittura chiude quarto dietro anche a Thomas e Dumoulin. Quinto il migliore degli italiani, Domenico Pozzovivo, al rientro dalla terribile caduta del Giro.

Negli Stati Uniti si conclude la stagione della NHL. Ad alzare la Stanley Cup sono i Chicago Blackhawks, che conquistano così il loro quarto titolo nella storia. La serie finale contro i Tampa Bay Lightning si è risolta in sei partita, con i chicagoani, che avevano chiuso al terzo posto la Central Division con 102 punti ed eliminato nei play-off Nashville, Minnesota e Anaheim, che hanno rimontato dall’1-2 vincendo tutte le ultime tre partite. L’ultima partita, vinta 2-0 dalla franchigia dell’Illinois ha visto andare a segno il difensore Duncan Keith, premiato MVP, nel secondo periodo e Patrick Kane nel terzo. I Blackhawks hanno così dato l’ennesima prova di solidità in difesa, la migliore della lega anche in regular season, e non hanno lasciato scampo a Tampa Bay, che tornava in finale dopo 11 anni e, avendo concluso in seconda posizione con 108 punti l’Atlantic Division, aveva poi eliminato Detroit, Montreal e i New York Rangers nei play-off. In Italia si disputano i campionati nazionali di scherma a Torino. Nel. fioretto maschile vince Daniele Garozzo (Fiamme Gialle), nel femminile Elisa Di Francisca (Fiamme Oro), nella spada titoli a Enrico Garozzo (Carabinieri) e Rossella Fiamingo (Forestale), nella sciabola a Enrico Berré (Fiamme Gialle) e Rossella Gregorio (Carabinieri). Nelle prove a squadre le Fiamme Oro vincono il fioretto femminile e la spada maschile, le Fiamme Gialle entrambe le prove di sciabola, mentre nel fioretto maschile si impone l’Aeronautica e nella spada femminile l’Esercito.

A New York settimo meeting della Diamond League, caratterizzato da un forte vento e quindi da prestazioni non eccelse. Rientra alle competizioni Bolt, che però è protagonista nei 200 di un deludente 20”29, con una pessima curva. Nei 400 m femminili miglior tempo stagionale al mondo per Francena McCorory in 49”86, mentre per Rudisha successo negli 800 in 1’43”58. Intanto si chiude la lunghissima stagione dell’NBA. Ad aggiudicarsi il Larry O’Brian Trophy sono i Golden State Warriors, franchigia che non vinceva il titolo dal 1975, superando in finale per 4–2 i Cleveland Cavaliers. È una vittoria che riscrive i canoni del gioco, con una squadra che ha messo sul campo un basket che raramente si era visto e che comunque mai era stato vincente a questi livelli, fatto di tanto tiro da 3 punti, ritmo, attacco che entra nell’azione e possibilmente la conclude dopo pochi secondi. Ma il vero segreto della franchigia californiana è nella metà campo difensiva, nella quale non ha caso per tutta la stagione ha fatto registrare i migliori indicatori statistici della lega. Lunghi atipici come Barnes e Green, in grado di cambiare pressoché su ogni situazione, permettendo di adattarsi alle scelte avversarie sul pick and roll senza mai trovarsi in emergenza su mismatch sfavorevoli, con in più all’occorrenza un 5 difensivo come Bogut e una guardia come Klay Thomson abili come pochi nel difendere sulla palla. Ma oltre tutta questa teoria c’è poi Stephen Curry, un giocatore che sta riscrivendo il concetto di tiro da 3, visto che è in grado di colpire da ogni posizione del campo, direttamente dal palleggio. Anche la peggiore delle conclusioni comunque diventa ad altissima percentuale. MVP della stagione, ma non delle Finals però, perché tale riconoscimento è andato a Igoudala, il più classico degli eroi a sorpresa. Partito come sesto uomo, il suo ingresso in quintetto è quello che ha dato la svolta alla serie per Golden State, in quel momento sotto per 2-1 avendo perso il fattore campo. Starting five più piccolo e più tattico, ma anche tanta puntualità nel colpire chirurgicamente sugli scarichi che ha avuto a disposizione in abbondanza quando la difesa di Cleveland raddoppiava sugli splash brothers Curry e Thomson. Già, perché comunque Cleveland, contro pronostico e in emergenza infortuni, con Love che aveva terminato la stagione al primo turno dei play-off contro Boston e Irving infortunatosi al ginocchio nell’ultima azione di gara-1, è riuscita comunque a regalare una finale combattuta, dando l’impressione a un certo punto addirittura di poterla vincere. Merito di tre aspetti: un’applicazione difensiva e un’intensità feroce, il cui emblema sono giocatori magari poco dotati tecnicamente ma che nelle pieghe della partita riescono sempre a dire la loro o a rimbalzo come Tristan Thompson o nel metterci sempre il corpo come Dellavedova, l’essere riusciti a rallentare il ritmo e poi LeBron James. Il numero 6 ha disputato una serie finale da un punto di vista statistico incredibile, dopo le prime partite addirittura sfiorava la tripla doppia di media con più di 40 punti a partita. Certo monopolizzava il gioco, spesso fermando il pallone nelle sue mani per lunghi secondi, però in questo caso non era necessariamente un male, in primo luogo perché contribuiva a spezzare il ritmo di Golden State. Alla fine neppure il Prescelto però ha potuto fermare l’appuntamento con la storia della squadra di Steve Kerr, primo esordiente a vincere il titolo in panchina dal 1982, allora fu Pat Riley coi Lakers, un nome che qualcosa significa nella storia della NBA. Golden State era stata la miglior squadra anche in regular season con il record di 67-15 e poi aveva superato ai play-off New Orleans per 4-0, Memphis per 4-2 con qualche sofferenza e infine Houston 4-1 senza troppi patemi. Per Cleveland invece, seconda ad Est in stagione regolare con 53-29 di record, mentre nei play-off avevano avuto un cammino molto tranquillo, 4-0 a Boston, 4-2 con Chicago, unico momento con qualche sofferenza dopo aver perso gara-3, e 4-0 ad Atlanta, che aveva il fattore campo favorevole. I campioni uscenti di San Antonio avevano dovuto arrendersi al primo turno per 4-3 ai Clippers dopo una serie tiratissima con un finale rocambolesco di gara-7. Sarebbero potuti forse essere i veri antagonisti di Golden State altrimenti. Clippers che poi saranno beffati da Houston facendosi rimontare dopo essere stati avanti per 4-3. Tra le sorprese negative della stagione, la mancata qualificazione ai play-off degli Oklahoma City Thunder, fermati dai tanti infortuni, così come quella dei Miami Heat, finalisti uscenti, orfani di LeBron a Est.

A Cheboksary, in Russia, si disputa l’ex Coppa Europa di atletica, ora ribattezzata campionato per nazioni. I padroni di casa conquistano il successo con 368,5 punti, precedendo sul podio la Germania (346,5) e la Francia (319,5). Retrocedono in First Division le tre nazioni scandinave, Svezia, Norvegia e Finlandia. Per l’Italia un buon sesto posto con 288 punti, salvezza più che tranquilla, come era negli obiettivi, frutto di due vittorie, con uno splendido Giordano Benedetti in 1’45”11, record della manifestazione, negli 800 e con Fabrizio Donato nel triplo, un secondo posto, con Fassinotti nell’alto, e sette terzi posti, Demonte nei 200, Floriani nei 3000 siepi, Capotosti nei 400 hs, la staffetta 4×100, Grenot nei 400 m, Pedroso nei 400 hs e La Mantia nel triplo. Repubblica Ceca, Grecia e Paesi Bassi sono le tre promosse in Super League per la prossima edizione. A Chambers Bay nello stato di Washington si disputa il secondo major della stagione, l’U.S. Open. Il 21enne Jordan Speith centra una favolosa doppietta con il Master chiudendo con 275 colpi, 5 sotto il par, con un brivido finale nell’ultimo giro per un doppio bogey alla 17 prima del birdie decisivo alla 18. Si tratta del sesto giocatore della storia in grado di siglare questa doppietta, il più giovane di sempre a realizzare quest’impresa nonché il più giovane vincitore del torneo dal 1923. Con lui sul podio Dustin Johnson e Louis Oosthuizen con un colpo in più.

A Bergamo si disputa la World League di pallanuoto maschile. Vince il torneo e il pass olimpico la Serbia, che si impone in tutti i match della manifestazione, gironi compresi. Battuta in finale per 9-6 la Croazia, mentre il Brasile, nazionale in grande crescita, supera ai rigori gli Usa per il terzo posto. L’Italia, seconda nel gruppo A dietro alla Serbia grazie alle vittorie con Australia e Stati Uniti, ha poi perso nei quarti di finale contro la Croazia ai rigori, 14-12, dopo essere riuscita a recuperare due gol di scarto nel quarto tempo. Nel torneo di consolazione, sconfitta netta con l’Ungheria e infine vittoria nella finale 7-8° posto per 16-9 sulla Cina. I Paesi Bassi ospitano i mondiali di beach volley. Dominio brasiliano: Alison Cerutti e Bruno Schmidt vincono tra gli uomini 2-1 in finale sui padroni di casa Reinder Nummerdor – Christiaan Varenhorst, con Soldberg-Gonçalves, sempre brasiliani a completare il podio, mentre tra le donne le prime tre posizioni sono addirittura un monopolio verde-oro. Barbara Seixas e Agatha Bednarczuk battono 2-0 le connazionali Taiana Lima e Fernanda Alves. Terze Maria Antonelli e Juliana Silva. In casa Italia, Nicolai – Lupo sono usciti ai sedicesimi, mentre Menegatti – Orsi Toth hanno raggiunto gli ottavi di finale.

L’ultimo dei campionati italiani a concludersi è quello del basket maschile. Dopo aver vinto Supercoppa e Coppa Italia, la Dinamo Sassari, che partiva dalla quinta piazza in regular season, completa il tris portando a casa, per la prima volta nella sua storia, lo scudetto. Lo fa al termine di una serie incerta ed emozionante contro Reggio Emilia, risoltasi solo all’ultimo possesso di gara-7 da due liberi di Jerome Dyson. Uno scontro tra due filosofie completamente opposte, una formazione, quella emiliana, con tanti italiani ed europei che punta principalmente sul collettivo e sull’organizzazione, dall’altra i sardi che si affidano al talento e all’atletismo dei loro americani, capaci di qualche down ma anche di up di altissimo livello. Una dialettica che è rimasta in equilibrio fino all’ultimo secondo, con Reggio Emilia che era entrata nell’ultimo quarto avanti di sette punti ma ha subito negli ultimi minuti la fatale rimonta ospite. Per la Grissin Bon i rimpianti sono anche su gara-6, persa addirittura dopo 3 supplementari, ennesima dimostrazione del grande equilibrio in campo. Premio di MVP delle finali per Rakim Sanders, autore di 18 punti nella partita decisiva. mentre ne ha messi 17 Polonara in casa Reggio Emilia. A Selva di Val Gardena vanno in scena i mondiali di marathon della mountain bike. In campo maschile si impone, dopo due argenti consecutivi, l’austriaco Alban Lakata, che bissa così l’iride del 2010, davanti allo svizzero Sauser, in passato già tre volte sul gradino più alto del podio al mondiale, e al colombiano Leonardo Paez, secondo bronzo in carriera per completare un podio che, invertendo i primi due, si era già registrato nel 2013. In campo femminile gloria invece per la 42enne Gunn-Rita Dahle, per la sesta volta in carriera iridata, davanti alla campionessa uscente Annika Langvad e alla 44enne tedesca Sabine Spitz, per un podio di grande esperienza e di altrettanto pregio, 10 titoli e 20 medaglie mondiali complessive in tre, che però, pur essendo le tre più vincenti atleti della storia nella disciplina, curiosamente non si erano mai trovate tutte assieme sul podio ai mondiali.

Per la strada invece l’ultimo week-end di giugno è quello dei campionati nazionali. In Italia l’epilogo delle prove è in cima alla salita di Superga, di fronte alla Basilica, dopo essere partiti dalla Lombardia. Tra le donne, muovendosi in anticipo su un percorso sulla carta non certo adatto alle sue caratteristiche e sfruttando la superiorità numerica delle Fiamme Azzurre, Elena Cecchini è riuscita a fare il bis precedendo una scatenata Elisa Longo Borghini, autrice di una prova eccellente, una rimonta furiosa sull’ultima salita che però non è stata sufficiente a vincere. Terza Dalia Muccioli. Doppietta anche tra gli uomini, con Vincenzo Nibali che dopo essersi già mosso al primo passaggio, stacca nel finale i compagni d’avventura Francesco Reda (che poi però sarà trovato positivo) e Diego Ulissi, con Zilioli quarto sulla strada.

Nella foto: Steph Curry (foto REUTERS/KYLE TERADA-USA TODAY SPORTS)