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La firma di Abbott sul Mortirolo, Longo Borghini seconda

Nella foto: Mara Abbott in azione lungo la discesa del Trivigno (dal profilo Twitter UciWomenCycling)

Era l’ovvia favorita della vigilia e le pendenze del Mortirolo hanno confermato tutti i pronostici: Mara Abbott è la più forte scalatrice del lotto e così, sei anni dopo aver inaugurato la storia al femminile del Passo dello Stelvio, lascia la sua firma indelebile anche sulla prima scalata della salita valtellinese dal versante più duro e famoso, quello di Mazzo ormai entrato nella leggenda del ciclismo. E se non leggendaria quantomeno storica è stata l’azione che ha portato la statunitense, già vincitrice di due Giri, a portare a casa la sesta tappa e a indossare la settima maglia rosa della carriera, un attacco partito al secondo chilometro della scalata (quando ne mancavano 45 al traguardo) e che l’ha portata ad avere sul gruppo delle big un vantaggio di quasi 5 minuti, prima di dilapidare oltre 4 minuti nella difficile discesa, anche a causa di una scivolata senza conseguenze per fortuna. A completare il dominio Wiggle, alla terza vittoria di tappa in questo Giro, è Elisa Longo Borghini, che chiude in seconda posizione sul traguardo di Tirano con 37” di ritardo dalla compagna e sale anche in terza posizione in classifica, con 15” di ritardo da Abbott. A completare il podio di giornata è Tatiana Guderzo, tra le prime ad attaccare in salita, lungo la quale poi ha perso contatto dalle migliori, per rientrare infine in discesa e confermarsi nelle parti altissime della generale, quinta a 38”. L’altra grande protagonista di giornata era stata Emma Pooley, anche lei attesissima su queste pendenze. E infatti la britannica, rientrata da poche settimane alle gare col mirino puntato su Rio, non ha deluso, rimanendo sì staccata dalla incontenibile Abbott di quest’oggi, ma scollinando in seconda posizione con un vantaggio di un paio di minuti su tutte le altre, prima di essere raggiunta in discesa, su quello che decisamente non è mai stato il suo terreno. In quarta posizione, con lo stesso tempo delle due azzurre, si va a piazzare Megan Guarnier, che rimane la principale carta della Boels per la classifica, nella quale ora è seconda ad appena 10” dalla connazionale (basta un abbuono insomma). La maglia rosa Stevens, infatti, è andata in difficoltà nella parte finale della salita e ha concluso con un ritardo superiore ai 2 minuti. Il quartetto, comprendente anche Häusler quinta di tappa e quarta della generale a 33”, in piena corsa dunque per bissare il successo del 2009, si è avvantaggiato decisamente nel finale di tappa rispetto alle altre compagne di inseguimento con cui avevano scollinato il Mortirolo. Anna Van der Breggen, anche oggi bene ma non benissimo, ha chiuso sesta con 1’36” di ritardo, la sorpresa di giornata Kseniya Tuhai, bielorussa della BePink alla miglior prova in carriera (si era già vista in salita recentemente col quinto posto nella prima tappa del Trentino comunque), chiude settima assieme all’esperta scalatrice ucraina Evgeniya Vysotska (Hagens Berman), che a 41 anni si conferma tra le più forti quando la strada sale. Dietro Stevens nona, una bravissima Doris Schweizer (Cylance) chiude la top ten di giornata, dalla quale rimane fuori, dodicesima a quasi 5 minuti, la grande sconfitta della frazione, Katarzyna Niewiadoma, già staccatasi sul Mortirolo. Alla sua giovanissima età, d’altronde, una giornata storta su una salita così lunga e dura è ampiamente da mettere in conto. Guardando tra le pieghe dell’ordine d’arrivo, da sottolineare le prove di Alice Arzuffi e Ana Covrig, che hanno chiuso rispettivamente 17^ e 18^ in un quartetto che comprendeva due iridate, quella del cross De Jong e quella della strada Armitstead. La brianzola della Lensworld tra l’altro occupa adesso un lusinghiero 13° posto nella generale. Bene anche Nicole Nesti (Vaiano), 25^ di giornata. Ma i complimenti vanno fatti a tutte le atlete che hanno completato la frazione, contribuendo a scrivere una pagina di storia del ciclismo femminile

La tappa si accende fin da subito sul primo circuito pianeggiante in Valtellina. In 5 vanno all’attacco cercando di anticipare la salita. Si tratta di Ane Santesteban (Alé Cipollini), Sofie De Vuyst (Lotto), Laura Lozano (Michela Fanini), Riejanne Markus (Liv) e Shara Gillow (RaboLiv). Al loro inseguimento si pone Ilaria Sanguineti (BePink), che però al massimo arriverà ad avere 18” di svantaggio, mentre anche la sua compagna Tereza Medvedova e Katia Ragusa (Servetto), cercheranno senza successo di rientrare. All’imbocco del Mortirolo il gruppo accusa dalle prime un ritardo di 1’30”. Alle big basterà però meno di un chilometro per annullarlo. Si forma dapprima un drappello con ancora Santesteban, Emma Pooley, Tatiana Guderzo e Carlee Taylor, poi però arriva immediato l’attacco di Mara Abbott che leva tutte le avversarie di ruota. Per qualche centinaio di metri rimane all’inseguimento del duo di testa Pooley – Guderzo, quindi passa in testa e da lì inizia il suo volo verso il successo. Pooley, rimasta sola all’inseguimento, è l’unica a limitare in qualche modo i danni, mentre il gruppo maglia rosa, che riassorbe Guderzo e le altre che ci avevano provato in precedenza, nel quale una brillante Longo Borghini copre le spalle alla compagna in fuga, non trova il ritmo giusto, perde tantissimo e, passata metà salita, è ancora forte di ben 20 unità.

Mara Abbott scollina in testa con un vantaggio che supera i 2 minuti su Emma Pooley, mentre Elisa Longo Borghini sprinta per la terza piazza con la quale rafforzare la sua maglia verde quattro minuti dopo il transito della statunitense, scollinando in testa a un gruppo inseguitore che nell’ultimo tratto della terribile ascesa valtellinese si era ridotto a sei unità: con lei la maglia rosa Stevens e la compagna Guarnier, Claudia Häusler, Anna Van der Breggen e Ksenya Tuhai. Nel seguente falsopiano, però, non c’è accordo in questo drappello, e così da dietro rientrano anche Vysotska (che poi si ristaccherà in discesa) e Schweizer, mentre davanti Abbott incrementa ulteriormente il vantaggio (4’40”) pure su un tratto sulla carta meno favorevole alle sue doti, sebbene quando in forma Mara sia una passista molto sottovalutata. Le difficoltà della due volte vincitrice del Giro sono casomai in discesa e quella del Trivigno è particolarmente veloce, tecnica e pericolosa. Infatti il gruppo qui recupera quasi tre minuti alla fuggitiva, che finisce pure a terra, senza danni fisici, mentre poco dopo il cartello dei meno 10 all’arrivo viene ripresa Pooley, che da parte sua conferma i suoi atavici problemi quando la strada scende. Ai 5 alla conclusione il distacco tra Abbott e inseguitrici (tra le quali è rientrata Guderzo) è così di 2 minuti mal contati, mentre gli ultimi tornanti sono fatali alla maglia rosa Stevens che si stacca. Guarnier, Guderzo, Longo Borghini e Häusler dunque accelerano e restano sole all’inseguimento: con le gambe piene di acido lattico, anche poche centinaia di metri di pianura possono fare grosse differenze. Alla fine Abbott riesce comunque a mantenere 37 secondi, mentre Longo Borghini regola Guderzo, Guarnier e Häusler.

Adesso le atlete non avranno neppure il tempo di rifiatare, perché le attende un lunghissimo trasferimento, dalla Valtellina fino al Ponente ligure. Domani infatti si ripartirà da Andora e ci sarà ancora tanta salita, quasi 50 i km da scalare con 4 Gpm nella frazione che terminerà al Santuario della Madonna della Guardia di Alassio. Insomma c’è da aspettarsi un’altra giornata campale con distacchi molto importanti.

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