È davvero il Canada Day: Leah Kirchmann inaugura il Giro Rosa

Nella foto: Kirchmann festeggia sul palco (da profilo Twitter Giant Alpecin)

Inizia con una parziale sorpresa il Giro Rosa 2016: a Gaiarine infatti il successo di tappa e conseguentemente la prima maglia rosa va a Leah Kirchmann, atleta canadese del Team Liv – Plantur, che a 26 anni conquista l’ottavo successo della carriera in corse internazionali, il primo in gare World Tour, nonché il più importante risultato della carriera, andando così a sostituire il terzo posto della passata stagione sui Campi Elisi nella Course by Le Tour de France.

Dicevamo di una sorpresa parziale perché Leah non era certamente tra le più accreditate favorite della vigilia. Però senza dubbio le sue caratteristiche di ottima velocista erano già di per sé una notevole base di partenza in un prologo così breve, esplosivo e filante, come testimonia un ordine d’arrivo in cui le sprinter si alternano alle specialiste. In più Kirchmann in carriera ha dimostrato una discreta attitudine contro il tempo. Nel 2014 si era laureata campionessa nazionale della disciplina, sia pure in un’edizione caratterizzata da molte assenze e solo poche settimane fa si era piazzata sesta in patria alla Chrono de Gatineau.

Per il Canada, tra l’altro nel giorno della festa nazionale, è un risultato storico: l’ultima vittoria di un’atleta con la foglia d’acero al Giro Rosa risaliva infatti a quasi 18 anni fa, alla seconda semitappa della settima frazione da Rio Saliceto a Correggio. Anche allora curiosamente si trattava di una crono, di 15,9 km, che fu vinta da Linda Jackson davanti a Gabriella Pregnolato e Anna Wilson. Per l’atleta di Montreal classe 1958 arrivò anche la maglia rosa, che rimase sulle sue spalle per due giorni, fino all’assolo di Fabiana Luperini sul Pordoi. Non sappiamo quanto durerà invece la leadership di Kirchmann, già domani la salita di Montaner sarà probabilmente troppo dura per le sue caratteristiche, ma di certo la portacolori della Liv è stata autrice oggi di una prova straordinaria, facendo fermare il cronometro sul tempo di 2’24”89.

Alle sue spalle, staccata di 80 centesimi di secondo, si è piazzata la campionessa del mondo in carica del cross Thalita De Jong. E d’altronde si sa quanto i crossisti siano adatti alle brevi cronometro. In più la neerlandese ha dimostrato appena due settimane fa in Trentino con una vittoria di tappa quanto sia in ottima condizione. La sua connazionale e compagna di squadra alla RaboLiv, nonché campionessa uscente, Anna Van der Breggen, una delle favorite sulla carta anche per una prova di questo tipo, ha chiuso terza, con 1”53 di ritardo, ma si è già issata in testa alla sottograduatoria delle atlete da classifica, anche se i distacchi sono ovviamente irrisori dopo una frazione così breve.

Al quarto posto infatti troviamo la sua rivale più accreditata, Megan Guarnier (Boels), che accusa 2”97 di ritardo. Appena 2 centesimi dietro, un’altra portacolori della RaboLiv, Roxane Knetemann, altra atleta che con i prologhi ha sempre dimostrato un buon feeling (lo scorso anno fu terza a Lubiana, due anni fa sesta a Caserta per limitarsi al Giro). Per trovare un’atleta non tesserata per formazioni dei Paesi Bassi, dobbiamo arrivare al sesto posto, con Tiffany Cromwell (Canyon), in ritardo di 3”66, mentre settima a 4”91 è un’altra delle atlete più quotate nei pronostici della vigilia, Katarzyna Niewiadoma, reduce dalla vittoria al Trentino e dalla doppietta ai campionati nazionali. Intanto indossa la maglia bianca di miglior giovane. Ottava è invece Amalie Dideriksen, anche per la danese della Boels dopo un Aviva di alto livello, conferma di essere in gran forma. Peccato per lei che tutti questi risultati siano iniziati ad arrivare quando il processo di qualificazione a Rio si era già concluso con la Danimarca rimasta fuori.

La prima delle italiane, che dunque vestirà anche la maglia azzurra, è Barbara Guarischi (Canyon). La lombarda, autrice di un’ottima prestazione, è rimasta dietro alla polacca per appena 3 centesimi, palesando dunque una bella condizione che potrebbe regalarle soddisfazioni analoghe a quelle del 2015 quando arriveranno le frazioni a lei congeniali. Intanto merita comunque tanti complimenti. A completare la top ten Evelyn Stevens, che precede la compagna di squadra e iridata su strada Lizzie Armitstead, mentre dodicesima chiude Elisa Longo Borghini che in una prova non certo congeniale alle sue caratteristiche accusa solo 6”36 di ritardo. Anche ieri sul nostro sito ha confermato che in questo Giro punterà solo a traguardi parziali, però la gamba continua a confermarsi davvero eccellente. Tra le big delude invece Mara Abbott che si piazza ben lontana dalle prime. Ma il terreno per recuperare per una scalatrice formidabile come lei abbonda.

Domani si riparte da Gaiarine per arrivare nella vicina San Fior, dopo però aver percorso 104 km nella provincia di Treviso. Ai 23 km all’arrivo è posto il Gpm di Montaner, meno di 2 km, ma con pendenze che arrivano a sfiorare il 20%. Insomma c’è già terreno per far selezione e veder emergere le più in forma. La classifica domani sera potrebbe già essere considerevolmente differente.