Tour de France 2017, le anticipazioni sul percorso a poche ore dalla presentazione

Martedì 18 ottobre al Palazzo dei Congressi di Parigi sarà presentato il Tour 2017, la 104^ edizione della Grande Boucle. Poche ore prima che i veli vengano sollevati sul percorso, proviamo dunque ad anticiparne i tratti salienti secondo i rumors che abbiamo raccolto negli ultimi giorni.

Come noto da più di un anno, quest’anno Le Grand Départ sarà all’estero, in particolare dalla Germania. La città di Dusseldorf infatti ospiterà la prima tappa, una cronometro individuale di 13 km che assegnerà la prima maglia gialla e segnerà i primi distacchi in classifica. Il giorno dopo si ripartirà dalla città tedesca. Fin qui le sole certezze annunciate da Aso, dopo di che entriamo nel campo delle indiscrezioni. E allora andiamo a ricostruire il ricciolo che la corsa disegnerà per raggiungere Parigi il 23 luglio.

Lasciata Dusseldorf, la seconda tappa entrerà in Belgio e dovrebbe concludersi a Liegi, nome che evoca subito sapore di classiche, anche se, fatta salva l’intrinseca difficoltà del territorio delle Ardenne, il percorso non dovrebbe essere particolarmente complesso e potrebbe arridere anche a uomini veloci. In ogni caso si dovrebbe arrivare in città e non ad Ans, là dove da anni si conclude la Doyenne. La terza tappa, in partenza da Verviers per concludersi probabilmente a Longwy dopo aver attraversato il Lussemburgo dovrebbe invece essere più complicata della precedente, con diverse côtes nel finale. L’arrivo di tappa nel Granducato, che pareva certo fino a pochi giorni fa, sarebbe saltato per motivi logistici, con il traguardo spostato appena qualche chilometro oltre la frontiera. La città lussemburghese di Mondorf-Les-Bains dovrebbe comunque ospitare la partenza della frazione successiva, per arrivare a Vittel, finale che si presta a diverse opzioni a seconda di come sarà disegnato. Dalla stessa rinomata stazione termale, il giorno dopo si ripartirà per la prima frazione veramente decisiva del Tour. La quinta tappa vedrà infatti l’arrivo sulla Planches-des-Belles-Filles, la più dura salita dei Vosgi (6 km all’8,5%) che negli anni passati ha incoronato Froome e Nibali e che arriva decisamente presto per gli standard del Tour, un’ascesa che sarà già capace di scavare solchi importanti, soprattutto se fatta precedere da qualcuna delle molte montagne presenti in zona. Le due tappe successive dovrebbero invece arridere ai velocisti, con gli arrivi a Troyes e a Nuit-Saint-Georges. Sabato 8 luglio si torna però a salire con l’ottava frazione, l’arrivo è previsto alla stazione sciistica di Les Rousses, attraversando il massiccio del Jura, finale non difficilissimo, ma che sarà al termine di una tappa giocoforza ricca di Gpm. Nell’ultima occasione, nel 2010, si impose Sylvain Chavanel dopo una lunghissima fuga, mentre i big di classifica arrivarono tutti assieme senza dare battaglia. Anche la nona tappa sarà di montagna, e qui c’è davvero il terreno per fare la differenza: da Nantua a Chambèry gli atleti dovranno scalare Col de la Biche, Grand Colombier (12,8 km al 7%) e infine il Mont du Chat (14 km al 9% medio, con pendenze fino al 22%). Gli ultimi chilometri poi saranno pianeggianti, ma di terreno per fare selezione vera ce n’è tantissimo. Insomma la prima settimana si prospetta nel suo complesso davvero impegnativa.

Lunedì 10 sarà dedicato al primo giorno di riposo ma soprattutto al lungo trasferimento che porterà gli atleti dalla Savoia alla Dordogna, all’altro lato della Francia, sulla costa atlantica, da dove si ripartirà con la Périgueux – Bergerac, che a differenza del 2014 non dovrebbe essere a cronometro ma in linea. Il giorno dopo da Eymet ci si dirigerà verso l’immancabile traguardo di Pau, che come sempre sarà la porta dei Pirenei. Da qui infatti si ripartirà il giorno dopo per la prima delle due frazioni sulla catena montuosa che separa Francia e Spagna. L’arrivo è previsto in salita a Peyragudes, il tracciato più gettonato prevede in precedenza le scalate di Port de Balès e Peyresourde. Molta incertezza permane invece attorno alla tappa successiva, la tredicesima, che andrà in scena nel giorno della festa nazionale del 14 luglio. Le voci più accreditate parlano di arrivo a Foix dopo la scalata del Mur de Péguère, salita con i 3 chilometri finali attorno al 12% già vista nel 2012. La 14^ tappa, in uscita dai Pirenei, punterà verso Rodez, con un finale insidioso dove si è arrivati l’ultima volta nel 2015, con vittoria di Van Avermaet. Domenica 16 invece si andrà da Laissac a Le Puy en Velay per una classica tappa di trasferimento prima del secondo giorno di riposo.

Si dovrebbe ripartire da Brioude, città natale di Romain Bardet, per giungere nella 16^ tappa a Romans-sur-Isère, in una frazione probabilmente ancora interlocutoria. Dalla 17^ si inizierà a fare invece sul serio, con la La Mure – Serre Chevalier, che riproporrà lo stesso finale della splendida tappa vinta da Andy Schleck nel 2011, con il Galibier face Nord. La 18^ tappa vivrà un inedito molto stuzzicante: per la prima volta nella storia si arriverà in cima al Col de l’Izoard. La frazione partirà da Briançon e ovviamente prevederà prima del finale sullo storico colle alpino, un ampio giro sulle altre montagne della zona, sicuramente si affronterà come penultima ascesa il Vars, per una frazione che dovrebbe essere davvero decisiva. La terz’ultima tappa partira da Embrun per concludersi con molta probabilità a Salon-de-Provence. Non tragga in inganno il fatto che si tratta di una località marittima. Come insegnano le ultime edizioni della Parigi – Nizza, nei dintorni c’è spazio per disegnare frazioni davvero dure. La penultima tappa dovrebbe essere, e anche questo è un fatto inedito, a Marsiglia, per festeggiarne la nomina a capitale europea dello sport 2017. Sarà una cronometro, che dunque darà la fisionomia definitiva alla classifica. Infatti poi dalla seconda città della Francia ci si trasferirà tutti a Parigi per la consueta passerella sugli Champs-Élysées.

Che giudizio dare al percorso? A prima vista, pur con tutte le incognite legate alle incertezze inevitabili fino a quando saranno rese ufficiali le tappe (e per alcune occorrerà attendere la pubblicazione delle altimetrie dettagliate, che di solito il Aso non rilascia mai fino a primavera inoltrata), pare un percorso equilibrato, con le difficoltà non concentrate assieme ma ben distribuite lungo tutte le tre settimane. Gli arrivi in salita dovrebbero essere cinque, con due cronometro, Tappe come quella di Foix o Chambèry potrebbero far saltare il banco e regalare grande spettacolo così come risolversi in lunghe transumanze tra i colli di montagna con una fuga a giocarsi la tappa e due scattini nel finale tra gli uomini di classifica più estetici che altro. Come sempre, anche se è banale dirlo, infatti, a far la differenza sarà l’atteggiamento dei corridori. Se sarà quello di quest’anno, non ci sarà percorso tanto ben disegnato che possa evitarci noia.

Proviamo dunque a riepilogare sinotticamente le tappe

  1. Dusseldorf (crono) 13 km
  2. Dusseldrof – Liegi
  3. Verviers – Longwy
  4. Mondorf-les-Bains – Vittel
  5. Vittel – La Planches des Belles Filles
  6. Vesoul – Troyes
  7. Troyes – Nuit-Saint-Georges
  8. Dole – Les Rousses
  9. Nantua – Chambéry
    riposo
  10. Périgueux – Bergerac
  11. Eymet – Pau
  12. Pau – Peyragudes
  13. Saint-Girons – Foix
  14. Blagnac – Rodez
  15. Laissac- Le Puy en Velay
    riposo
  16. Brioude – Romans-sur-Isère
  17. La Mure – Serre Chevalier
  18. Briançon – Col d’Izoard
  19. Embrun – Salon de Provence
  20. Marsiglia – Marsiglia (crono)
  21. Montgeron – Parigi Champs Elysées