Ludwig prima regina di Valencia, a Boylan l’ultima tappa

Alla fine l’ultima tappa, un circuito pianeggiante per le strade di Valencia, come da pronostici non ha riservato sorprese e così Cecilie Uttrup Ludwig ha potuto festeggiare la sua quinta vittoria a livello UCI in carriera, la prima nel 2017 e con la nuova maglia della Cervélo Bigla (è anche il primo successo dell’anno solare per la compagine tedesca), la seconda in una corsa a tappe dopo il Giro della Repubblica Ceca del 2016, confermandosi così come uno degli astri nascenti più interessanti del panorama internazionale, come già dimostrato nelle prime gare dell’anno e in particolare a Siena.

In seconda posizione della generale ha concluso Arlenis Sierra, che ha provato ad avvicinarsi alla vincitrice raccogliendo abbuoni ai traguardi volanti, ma i 5 secondi recuperati non sono stati sufficienti a coprire il gap che in partenza era di 16. Un cambio c’è stato invece per la terza posizione, tutto in casa Cervélo. Infatti Ashleigh Moolman ha scavalcato la compagna Marie Vilmann, pur restando a parità di tempo, grazie alla somma dei piazzamenti. La giovane danese ne aveva otto di vantaggio, ma ne ha persi 17 in questa frazione, chiusa 56^ contro il 39° posto della compagna di squadra. Un cambiamento tra l’altro notificato in un secondo tempo, visto che a fine corsa gli organizzatori avevano premiato sul podio proprio Vilmann.

Al quinto posto ha concluso, lontana un solo secondo dal podio, la vincitrice della seconda tappa, la belga Ann-Sophie Duyck, subito davanti alle prime due azzurre, con Giorgia Bronzini che si è piazzata sesta e Lara Vieceli settima. Entrambe autrici di una settimana molto solida, con un podio di tappa per la sprinter vicentina e tanti bei piazzamenti per l’atleta bellunese, che si è fatta pure apprezzare per un notevole e proficuo lavoro in favore delle compagne. Nella top 10 della generale ha concluso anche Marta Bastianelli, nona dietro a Claudia Lichtenberg e davanti alla belga Kelly Van den Steen.

L’ultima frazione è stata vinta, con un colpo di mano nel finale, dalla campionessa irlandese Lydia Boylan, che dunque aggiunge ai due titoli nazionali su strada il terzo successo UCI della carriera. La 29enne attiva anche su pista, come la gran parte delle sue compagne nel team WNT, ha preceduto la belga Kelly Druyts e la compagna di team Katie Archibald, con ben cinque azzurre tra le prime 10: Bronzini quarta, Bastianelli quinta, Fidanza settima, Sperotto nona e Pavin decima.

Nei primi chilometri la corsa ha subito visto diversi tentativi di fuga. Prima ci ha provato Claudia Cretti in compagnia di altre sei atlete, poi è stata la volta di Gloria Rodriguez e Ilaria Sanguineti, ma nessuno di questi attacchi ha avuto più di 10 secondi di margine. Più importante è stato il tentativo di Silvia Valsecchi, che è arrivata ad avere 48′ di vantaggio, ma sotto la spinta dell’Astana la fuga della lecchese si è esaurita al km 40, giusto in tempo per lanciare lo sprint intermedio di Sierra, che è passata in testa davanti a Cretti.

Ha provato quindi l’attacco anche Archibald, che però è stata presto ripresa. Al secondo traguardo volante, è passata per prima Maria Vittoria Sperotto, che ha preceduto la svizzera Seitz e ancora Sierra. La cubana ha visto così sfumare la possibilità di conquistare abbuoni sufficienti a vincere la generale, ma si è consolata strappando proprio all’ultima occasione la maglia nera della classifica dei traguardi volanti a Claudia Cretti.

Avvicinandosi al finale, ha tentato l’attacco l’austriaca della Drops Martina Ritter, che ha preso una decina di secondi al gruppo, venendo quindi raggiunta anche dalla coppia della Maaslander formata dalla neerlandese Peetom e dalla finlandese Saarelainen, quest’ultima vecchia conoscenza del ciclismo italiano, dalla russa della Servetto Kseniya Dobrynina e soprattutto da Lydia Boylan. Le cinque hanno guadagnato 15 secondi, un vantaggio mantenuto anche ai 3000 metri all’arrivo, poi si è rotto l’accordo. Prima ci hanno provato Dobrynina e Ritter, poi all’ultimo km è partita Boylan che è riuscita a difendere 3 piccoli ma preziosissimi secondi sul gruppo regolato da Druyts davanti ad Archibald e Bronzini.

Si è così chiusa la prima edizione di questa gara che ha palesato sì qualche difetto di gioventù organizzativa, ma ha anche messo in mostra un’interessante potenzialità per diventare un appuntamento di riferimento nell’inizio di stagione.