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Fill re della Streif, Svindal ko per la stagione

Come l’erba di Wimbledon per il tennis, il pavé della Roubaix nel ciclismo, il green di Augusta nel golf. Ci sono luoghi che nel mondo dello sport hanno un valore iconico, che va oltre i confini della disciplina stessa, tanto da assumere un significato anche nell’immaginario comune. Vincere in uno di questi luoghi quindi ha una valenza ben superiore a quella di un normale 1 da aggiungere alla voce vittorie in carriera nel tabellino statistico.

La Streif di Kitzbühel è senza ombra di dubbio uno di questi luoghi, la discesa libera per eccellenza, o se preferite per antonomasia, dello sci alpino. Il glamour del luogo, che attira sempre spettatori eccellenti, un tracciato che esalta e mette a durissima prova ogni dote richiesta a un discesista: la sensibilità, la resistenza, la scorrevolezza, la tecnica e anche il coraggio, su una pista che è sempre una sfida contro sé stessi prima ancora che contro il cronometro (come ha confermato anche la gara di oggi). Queste le ragioni che hanno reso questa gara l’appuntamento con la A maiuscola dell’anno, attesa quasi come un Mondiale o un’edizione dei Giochi Olimpici.

In questa cornice è maturata l’impresa di Peter Fill, che sulla Streif ha centrato la seconda vittoria della carriera, dopo quella a Lake Louise che risaliva a più di sette anni fa, il quattordicesimo podio in Coppa del Mondo, al quale vanno aggiunte due medaglie ai Mondiali. È stata una gara segnata da condizioni meteo difficili, con poca visibilità, un forte vento che spazzava la pista, dossi e gobbe traditrici che emergevano dal fondo come non mai. Una prova spettacolare ma a tratti drammatica, partita con un’ora di ritardo e poi interrotta tre volte per altrettante brutte cadute, che hanno messo fuori gara Streitberger (rottura dei legamenti e menisco), il vincitore del 2015 Reichelt (nonostante la dinamica paurosa, grazie anche all’airbag, sembra solo contusioni riportate nell’impatto) e infine anche il leader di Coppa Svindal. Il norvegese, rialzato e arrivato in zona arrivo sulle sue gambe, ha invece riportato la lesione del crociato e del menisco: si trova già a Innsbruck per l’operazione chirurgica, stagione quindi finita e strada aperta per la sfera di cristallo a Marcel Hirscher, che lo seguiva lontano 107 punti. Dopo le 30 discese previste dal regolamento, la gara è stata definitivamente sospesa. Un peccato per Mattia Casse che era stato uno dei dominatori delle prove, ma con il suo pettorale 45 non ha potuto prendere il via. Comunque le condizioni erano diventate davvero complicate e soprattutto

Con la partenza abbassata di qualche metro, in corrispondenza della Mausefalle, 7 secondi circa di gara in meno, Fill ha costruito il suo successo con una perfetta parte centrale di gara, magistrale sullo Steilhang, dal quale è uscito con grandissima velocità, ha saputo pennellare le traiettorie evitando tutti i pericoli, disinnescando perfettamente la trappola dell’Hausberg, oggi selettivo quanto mai, con le tre cadute citate sopra avvenute tutte dopo il salto in approccio alla curve verso sinistra, fino a una diagonale impostata perfettamente come introduzione al salto finale sul traguardo. Battuti due svizzeri, Beat Feuz, staccato di 37 centesimi, e Carlo Janka a 65. Quarto il francese Clarey, davanti a un altro elvetico, Gisin, partito col 27 e lontano già più di un secondo. Kriechmayr settimo è il primo degli austriaci, mentre il secondo degli italiani è Dominik Paris, che qui vinse nel 2013, sedicesimo, oggi mai in gara. 19° Innerhofer e 24° Heel.

Per l’Italia è il terzo successo nella discesa di Kitzbühel nella storia: oltre a quello appena citato di Paris, l’altro precedente è merito di Kristian Ghedina nel 1998. Per l’altoatesino di Castelrotto il successo vale anche il sesto posto nella classifica generale di Coppa del Mondo nonché la seconda piazza nella coppetta di specialità con 291 punti, con il leader Svindal che a questo punto purtroppo non potrà aggiungere altri punti al suo totale.

In campo femminile invece era in programma la discesa di Cortina. Sull’Olimpia delle Tofane ha vinto come da pronostico Lindsay Vonn alla decima vittoria in carriera nella località ampezzana, dato che di per sé dice già tutto sul feeling tra la statunitense e questa pista. Seconda la canadese Larisa Yurkiw e terza Lara Gut (che resta leader di Coppa), con due italiane nelle dieci, Johanna Schnarf quinta e Verena Stuffer nona.

Nella foto: Fill in azione sulla Streif ((c) Agence Zoom da fis-ski.com)

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