La staffetta iridata è della Germania, 5^ l’Italia

La Germania si presentava al via della gara mondiale di staffetta femminile avendo vinto tutte le prove di Coppa del Mondo e non ha tradito i pronostici, completando l’en-plein e portando così a casa la quinta medaglia d’oro fino a questo momento della rassegna iridata di Hochfilzen.

È stata una gara particolare, nella quale c’è stato grandissimo equilibrio (all’uscita dell’ultimo poligono c’erano cinque nazioni in 13 secondi) e nel quale nessun quartetto, ad eccezione probabilmente di quello ucraino, ha disputato una prova esente da imperfezioni.

La Germania si è trovata dove voleva dopo le prime due frazioni, quelle di Hinz e Hammerschmidt, nonostante il rischio corso da quest’ultima nella sessione di tiro in piedi, quando ha dovuto utilizzare tutte le ricariche per scongiurare la penalità. La prima differenza l’ha fatta Hildebrand, perfetta al poligono e molto performante nelle prime due tornate, prima però di perdere più di metà del vantaggio costruito in un ultimo giro piuttosto faticoso. In ultima frazione Dahlmeier ha completato il lavoro, puntando soprattutto su una grandissima prestazione sugli sci. Al tiro la bavarese non è stata impeccabile, un errore a terra e due in piedi che hanno rischiato di riaprire la gara, ma come sempre nell’ultimo giro nessuna è stata in grado di controbattere alla tedesca, che ha chiuso festeggiando in solitaria la quarta medaglia d’oro personale di questo per lei straordinario mondiale.

La piazza d’onore è andata all’Ucraina ed è un risultato a sorpresa se parametrato alle prestazioni delle ultime gare, ma che non stupisce se pensiamo alla storia della disciplina, dove sovente le ucraine hanno dimostrato una solidità eccellente. Varvynets in prima frazione aveva concesso qualcosa con tre ricariche, cambiano ottava a più di 30 secondi dalla vetta, ma poi Dzhima con lo zero aveva riportato la nazionale giallo-azzurra in zona medaglie, prima che Merkushina e Pidrushna facessero la differenza. La prima con una sessione di tiro in piedi antologica e poi con un ultimo giro notevole, la seconda non sbagliando e poi beffando nel finale con grande astuzia tattica due atlete del calibro di Dorin e Koukalova.

La Francia, che alla partenza condivideva probabilmente i galloni di favorita con la Germania, ha chiuso dunque terza dopo una gara complicata dal poligono in piedi di Aymonier, che ha dovuto usare tre ricariche, ma soprattutto ha sparato con tempi lentissimi, scivolando dalla prima posizione ereditata da Chevalier fino alla nona, pur rimontando poi nell’ultimo giro. Anche Braisaz ha concesso tre errori, restando però nel gruppo delle formazioni in lotta per la medaglia, con Dorin che ha trovato lo zero e nel finale è riuscita a battere Koukalova, pur venendo beffata da Pidrushna.

Quando a metà gara JIslova e Puskarcikova avevano lasciato il testimone a Vitkova ad appena 6 secondi dal podio, la medaglia per la Repubblica Ceca sembrava molto probabile e ancor di più quando Koukalova è partita a 5 secondi dal bronzo. Invece la vincitrice della sprint, nonostante lo zero al poligono, è saltata sull’ultima salita, vittima probabilmente di un approccio troppo dispendioso sugli sci, visto che ha tirato a tutta praticamente per due giri e mezzo e così, con grande sorpresa, si è dovuta accontentare del quarto posto.

Quinta è arrivata l’Italia, con un distacco di 36” dalla Germania che non rende la misura della prestazione azzurra ed è dovuto al fatto che Wierer, una volta resosi conto dell’impossibilità di raggiungere il podio si è saggiamente rialzata per risparmiare energie preziose in vista della mass. Dopo l’ottavo e ultimo poligono le azzurre erano a 12 secondi dal primo posto e a meno di 4 dal terzo.

In molti si aspettavano una medaglia dall’Italia, viste le ottime prove di tutte le azzurre in questi Mondiali, con lo storico risultato di 4 atlete su 4 qualificate per la mass start. Certamente non è stata una gara perfetta, però da qui a parlare di delusione come qualcuno ha fatto ce ne passa. La prova nel complesso è stata buona, con le ricariche limitate a 6 (solo l’Ucraina tra le prime otto ha fatto meglio), casomai gli errori sono arrivati nei momenti tatticamente peggiori.

Vittozzi è stata molto solida al lancio, ha usato una ricarica in piedi ma ha cambiato seconda a 7”5 dalla Francia. In seconda frazione Sanfilippo è stata accorta sugli sci e veloce al poligono. Anche per lei solo un errore in piedi, in un poligono che però si era rivelato molto selettivo e che aveva permesso alle azzurre di cambiare addirittura in testa. In terza frazione Runggaldier, reduce dal 40/40 delle ultime due gare e dal bronzo dell’individuale, ha però concesso qualcosa di troppo al tiro per le sue caratteristiche. Due errori a terra (anche sfortunata perché sulla prima ricarica ha avuto delle difficoltà con la cartuccia perdendo qualche secondo e soprattutto ritmo) e uno in piedi le hanno fatto perdere più terreno del previsto, ma comunque l’Italia ha iniziato l’ultima frazione in piena lotta per il podio. Wierer ha disputato una buona gara, annullando di fatto l’errore in piedi con la rapidità di esecuzione, ma purtroppo Dorin, Koukalova e Pidrushna non hanno concesso alcunché al tiro e hanno dimostrato un miglior passo sugli sci.

Le altre nazionali hanno chiuso molto staccate. Sesta è arrivata la Svezia, settima la Polonia, ottava la Slovacchia e nona la Bielorussia, nella quale in ultima frazione non si è notata la presenza di Domracheva (che probabilmente se l’è presa comoda rendendosi conto dell’impossibilità del podio). Chiude la top ten la Russia, che con Starykh in terza frazione era tornata in piena lotta per le medaglie, ma poi ha pagato le difficoltà di Akimova, in grave difficoltà sugli sci e addirittura costretta a girare al poligono. Delude anche la Norvegia, nelle retrovie fin dall’inizio con Nicolaisen e Fenne, poi Eckhoff ha addirittura girato, quindi per le scandinave è arrivato il 12° posto, dietro anche agli Stati Uniti, che ovviamente non avevano una squadra competitiva su quattro frazioni ma hanno messo in mostra una Dunklee in gran spolvero e dunque da tenere d’occhio in ottica mass start.

(foto da profilo Twitter IBU World Champs)