Elisa Longo Borghini regina delle Strade Bianche

Che avesse una condizione eccezionale si era già visto nelle due gare d’apertura in Belgio e oggi Elisa Longo Borghini ne ha dato la conferma migliore possibile andando a vincere la gara d’esordio del World Tour 2017, le Strade Bianche a Siena. La campionessa nazionale a cronometro ha centrato così al termine di una gara estremamente incerta, spettacolare ed equilibrata, soprattutto nei km finali, la 17^ vittoria della carriera, la prima nel World Tour dopo le due in Coppa del Mondo conquistate a Fiandre e Cittiglio e anche la prima del 2017. Tra l’altro si tratta del primo successo di un’atleta italiana nel calendario internazionale in questa stagione e del primo di un’azzurra nella breve storia della manifestazione, che nelle prime due edizioni aveva premiato Guarnier e l’allora Armitstead.

Elisa Longo Borghini è stata la più forte nel finale, tra lo strappo di via S. Caterina e il toboga finale verso Piazza del Campo. Ma non è stata solo una vittoria di gambe. La portacolori della Wiggle High5, squadra che festeggia il secondo trionfo della stagione dopo quello di D’Hoore all’Hageland, infatti ha costruito la sua vittoria anche con la perfetta tattica negli ultimi 20 km, nei quali non ha sbagliato una mossa, agendo in prima persona quando era necessario farlo e temporeggiando senza farsi prendere dall’ansia del momento o di seguire tutti gli attacchi quando era giusto aspettare.

Alle spalle della piemontese, per il secondo anno consecutivo si è piazzata seconda Katarzyna Niewiadoma, che era anche stata vittima di una caduta a inizio corsa. La polacca conferma il suo grande feeling con questa corsa, ma per il secondo anno consecutivo le è mancato qualche metro per centrare il successo, anche per aver trovato una grande campionessa come avversaria. La scorsa stagione fu Lizzie Armitstead, oggi Deignan dopo il matrimonio dello scorso autunno, che è salita anche questa volta sul podio, chiudendo terza quella che era la sua gara d’esordio stagionale. Che dunque lascia intendere come la britannica sarà ancora grande protagonista delle classiche della primavera e ha regalato un sorriso alla Boels, ancora a secco di vittorie e oggi alle prese col ritiro per mal di testa di Guarnier.

Lucinda Brand, arrivata a poche decine di metri dallo scollinare in testa sullo strappo finale dopo una grande azione nel finale, conferma l’ottima forma mostrata nella vittoria all’Het Volk arrivando quarta in una corsa che ama particolarmente, davanti ad Annemiek Van Vleuten, sempre presente nel finale di corsa anche se dando l’impressione di essere sempre un po’ al limite. Dietro le due neerlandesi, l’ordine d’arrivo presenta un terzetto australiano, con Shara Gillow, autrice di un numero di alta scuola negli ultimi 10 km, sesta, davanti a Garfoot, che era nel gruppo buono ma ha ceduto nel finale, e a Spratt, che invece ha chiuso in rimonta. La nona posizione è andata a una splendida Cecilie Uttrup Ludwig, 21enne danese della Cervélo che continua a confermarsi tra le giovani più talentuose del gruppo e con questa eccellente prestazione conquista pure la maglia di miglior giovane del World Tour. A completare la top ten è la campionessa d’Italia Elena Cecchini, anche lei autrice di un’ottima gara, molto attiva in particolare sugli ultimi sterrati. Da segnalare infine la straordinaria gara di Sofia Beggin. L’atleta veneta dell’Astana classe 1997 ha concluso 12^, battendo atlete come Moolman o Vos e confermandosi un talento purissimo.

Cronaca

Sotto un cielo plumbeo e con un vento piuttosto forte a sferzare il percorso, la corsa parte con un ritmo sostenuto ma costante. Nelle prime due ore di corsa, sono pochi gli eventi da segnalare a parte forature e cadute e una progressiva selezione da dietro a partire dal secondo sterrato, con un brevissimo cammeo di Knetemann in fuga. Come prevedibile, la corsa si apre nel quinto settore, il più lungo coi suoi quasi 10 km, dopo il quale restano davanti una quarantina di atlete.

Il primo attacco importante parte a questo punto. Ne sono protagoniste la neerlandese Floorje Mackay, la statunitense Lauren Stephens e la bravissima Lara Vieceli. Le tre raggiungono un vantaggio massimo di 1’30”, rimangono in fuga per circa 30 km e superano in testa anche il sesto settore di Vico d’Arbia, prima essere riprese alle viste del settimo. A Colle Pinzuto attaccano in cinque ed è per certi versi l’azione che decide la corsa, anche se come vedremo il finale sarà estremamente fluido. Partono infatti Garfoot, Deignan, Van Vleuten, Longo Borghini e Niewiadoma, che in poco spazio guadagnano una trentina di secondi .

Mentre davanti Garfoot fa l’elastico e si stacca in salita per poi rientrare in discesa un paio di volte nei tanti strappi che caratterizzano il finale e le altre fuggitive un po’ collaborano e un po’ si punzecchiano con degli attacchi, dietro sono soprattutto la Canyon ed Elena Cecchini a provare a guidare l’inseguimento. Ma superate anche Le Tolfe, ultimo sterrato, il vantaggio della testa della corsa è grossomodo invariato. Dal secondo plotone evade però con forza Gillow che fa la differenza rispetto alle altre. Un paio di chilometri dopo sarà imitata da Lucinda Brand. Sfruttando la marcatura tra le prime, Gillow e Brand non solo riescono a rientrare, ma tirano addirittura dritto, sorprendendo le avversarie. Le due approcciano al comando lo strappo di Via S. Caterina, prima è avanti Gillow, poi emerge Brand che resta al comando fino a pochi metri dalla curva che segna la fine della salita al 16%. Ma proprio in quel momento le agguantano la ruota Longo Borghini, Niewiadoma e Armitstead, che poi la superano di slancio nel falsopiano immediatamente successivo. La più brillante è l’italiana, che entra in testa nelle ultime curve, dove sorpassare è impossibile, per andare a festeggiare la fantastica vittoria.