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Festa BePink, Neben si aggiudica la Route de France. In Norvegia esulta Brand

Nella foto: la vittoria a La Bresse di Amber Neben (da pagina Facebook BePink)

Se nel 2015 la Route de France aveva visto il trionfo di Elisa Longo Borghini, anche l’edizione 2016 della gara transalpina ha comunque arriso all’Italia, merito della BePink, la formazione diretta da Walter Zini, che torna dalla trasferta d’Oltralpe con le vittorie in due tappe e nella classifica generale finale firmate da Amber Neben. Per la 41enne campionessa statunitense sono i successi numero due, tre e quattro di una stagione che fin qui l’aveva vista un po’ sottotono, almeno rispetto agli standard cui l’iridata a cronometro di Varese 2008 aveva abituato nel corso della sua carriera della quale ha collezionato oggi la 35^ vittoria individuale nel calendario UCI. La californiana conferma così il proprio feeling con la più prestigiosa corsa a tappe sopravvissuta nel calendario francese, nella quale era già stata seconda nel 2015 e nel 2006 e soprattutto si era imposta nel 2007.

Curiosamente anche in quella stagione Neben si impose nella tappa di montagna di La Bresse (ancorché a tavolino per la squalifica di Svetlana Bubnenkova), proprio come avvenuto quest’anno, quando la statunitense, precedendo Ensing e Taylor nella stazione sciistica dei Vosgi, ha definitivamente ipotecato la maglia arancione, che aveva conquistato il giorno prima trionfando sui 16 km della crono di Chalon sur Saône, dominata con 33 secondi di vantaggio su Wiles e 55 su Pieters.

Le buone notizie in casa BePink non si sono fermate a Neben: la canadese Lex Albrecht infatti ha chiuso settima nella generale, centrando anche un secondo posto parziale nella penultima tappa a Soultzmatt, la bielorussa Ksenya Tuhai (già rivelazione anche al Giro) ha terminato subito alle sue spalle ottava, vestendo la maglia di miglior under23 (due risultati che hanno contribuito anche alla vittoria del team italiano nella classifica a squadre), mentre il gruppo di giovani italiane si è fatto ben notare nell’aiutare la capitana, con Sanguineti capace di chiudere nelle 10 l’ultima frazione.

Ma le cicliste italiane che si sono messe in bella evidenza negli otto giorni di gara sulle strade del quadrante nordoccidentale della Francia sono state molte. Sofia Bertizzolo si è sempre espressa su ottimi livelli per tutta la manifestazione, con la ciliegina sulla torta del secondo posto nella tappa conclusiva di Guebwiller, quando in uno sprint di quaranta atlete è stata preceduta solo dalla velocista di casa Fournier. Per la veneta dell’Astana anche il 13° posto nella generale e il secondo nella classifica delle giovani, a testimonianza dell’importante consistenza dimostrata in questi giorni. La migliore azzurra in classifica, dodicesima, è invece stata Susanna Zorzi, mentre nelle migliori venti hanno concluso anche Covrig e Vieceli. L’atleta bellunese, in particolare, è stata molto brava nell’ultima frazione, nella quale ha concluso in quarta posizione, oltre ad aver centrato una splendida top ten nel giorno dell’arrivo in salita a La Bresse. Nella volata di Nevers, vinta da Hosking, che quindi dopo il prestigioso successo di Parigi continua a mostrare feeling con gli sprint francesi, erano state tre le azzurre nelle 10, con Maria Vittoria Sperotto quinta, Michela Pavin settima e Arianna Fidanza ottava. Una top ten di giornata anche per Anna Stricker, nella prima frazione.

Nella classifica generale, alle spalle di Neben ha chiuso l’altra statunitense Wiles (Orica), che ha fatto fruttare soprattutto la buona prestazione nella crono, quando era stata l’unica a limitare i danni. In terza piazza ha chiuso la polacca della Btc Ljubljana Eugenia Bujak, una delle grandi protagoniste di questa edizione. La 27enne nata in Lituania, infatti, oltre al podio, si è imposta pure in due tappe, la prima in linea a Pontoise e la penultima a Soultzmatt. Alle loro spalle, Slik, Ensing (miglior scalatrice), Taylor, le citate Albrecht e Tuhai, Danielle King e Rivat completano la top-19. Tra le grandi protagoniste, anche Roxane Fournier, che oltre alla già illustrata vittoria nell’ultima frazione si è imposta anche a Saint Benoit sur Loire nella terza tappa, anch’essa conclusasi con una volata di circa 40 atlette, e Amy Pieters, vincitrice del prologo di Saint Quentin.

Si è corso nel fine settimana anche in Norvegia per il Giro di Norvegia, negli stessi giorni ma su strade diverse rispetto all’Artic Race che ha visto il successo di Gianni Moscon tra gli uomini. Dominio della RaboLiv nella prova, con il monopolio delle prime tre posizioni della generale e due vittorie di tappa su tre. A vincere la classifica è stata Lucinda Brand, che ha iniziato alla grande il mese di agosto (sabato scorso si era imposta nell’internazionale di Erpe-Mere, in Belgio), provando così a dare la svolta a un 2016 che seppur costante fin qui è stato ben lontano dai fasti del 2015. Per l’ex-campionessa nazionale dei Paesi Bassi decisivo è stato il successo nella seconda frazione a Mysen, ottenuto con un arrivo in solitaria con 56” di margine sulla 18enne Susanne Andersen, ragazza ancora junior stagista con l’Hitec che ricordiamo in gran spolvero a inizio stagione al Trofeo Da Moreno di Cittiglio, e su Thalita de Jong, colei che ha conquistato la seconda piazza della generale finale davanti ad Anouska Koster, che ha agganciato il podio imponendosi nell’ultima frazione in una volata ristretta su Moberg e Siggaard. Nella prima giornata di gara invece c’era stato spazio per la festa della svizzera Nicole Hanselmann (Bigla), che a Halden, precedendo di nove secondi il gruppo, ha conquistato il primo successo da élite nel calendario internazionale. Tra le italiane al via, ottime prove di Maria Giulia Confalonieri che nei tre giorni di corsa si è piazzata una volta quinta e due ottava. Maglia di miglior scalatrice per la danese Ludwig, tra le più interessanti novità del ciclismo nordeuropeo in questa stagione.

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